Sembra essere il morbillivurus il principale responsabile dei numerosi spiaggiamenti di cetacei registrati sulla costa della Toscana da gennaio ad oggi. È quanto emerso dagli esiti delle analisi incrociate sulle carcasse di alcuni esemplari eseguite dagli istituti zooprofilattici competenti come quello di Pisa, dalle Università di Siena e Padova e da Arpat. I dati sono stati illustrati ieri nel corso della riunione dell’Osservatorio toscano dei cetacei che, per l’occasione, era allargato a soggetti che di solito non fanno parte dell’Osservatorio.
Nel 2013 sono stati in tutto 131 i cetacei ritrovati sull’intera costa tirrenica, di cui 29 in Toscana. Le indagini compiute finora hanno messo in evidenza una situazione non semplice da interpretare, spiegano gli studiosi, e la causa del morbillivirus sarebbe legata anche all’età giovane degli animali trovati morti. Questo, senza escludere il ruolo che potrebbero avere avuto altri fattori patogeni o altri fattori che avrebbero predisposto gli animali a ammalarsi agendo sul loro sistema immunitario. Sono da escludere episodi di tossicità acuta dovuta a incidenti di origine umana, perché eventi simili avrebbero visto il coinvolgimento di più specie, non solo mammiferi e non essenzialmente stenelle (ovvero delfini) contemporaneamente e con tempi ridotti. Per arrivare a un’ipotesi più certa saranno comunque necessari ulteriori approfondimenti.
“Il morbillivirus è stato già responsabile di una grande epidemia nel Mediterraneo agli inizi degli anni Novanta – ha spiegato Sandro Mazzariol dell’Università di Padova, coordinatore del Cert, la task force incaricata dal Ministero dell’ambiente di studiare gli spiaggiamenti anomali – e si è ripresentato più volte negli ultimi anni, soprattutto nel Mediterraneo occidentale, lungo le coste spagnole, con un andamento simile a quello che stiamo osservando nell’attuale episodio. Ne è testimonianza la balenottera spiaggiata a San Rossore nel 2011 che era morta per lo stesso motivo, il che dimostra che questo caso di morti non è nuovo nelle nostre acque”. Il lavoro del Lamma ha reso possibile evidenziare che le correnti marine portano gli animali a spiaggiarsi in alcune regioni piuttosto che in altre. La conferma è che spesso arrivano animali in avanzato stato di decomposizione perché muoiono al largo.
“Questa è l’occasione per ribadire il valore del tema della qualità del mare e l’importanza che rappresenta quindi l’agire in modo continuativo e coordinato – ha sottolineato l’assessore all’ambiente dalla Regione, Anna Rita Bramerini – per questo la settimana scorsa, nell’ambito di un incontro tra gli assessori regionali all’ambiente della Sottoregione Mediterraneo Occidentale per l’attuazione della strategia per l’ambiente marino – Marine Strategy, ho proposto di istituire in sede di Commissione ambiente della conferenza Stato-Regioni una sottocommissione costituita da tutte le Regioni che si affacciano sul mare. L’obiettivo è quello di migliorare il confronto sia interregionale che con il Governo nazionale sui temi del mare, per tenere alta l’attenzione anche a livello europeo”.