Il 2015 si è concluso all'insegna dell'emergenza smog. La maggior parte delle città toscane verso la metà di dicembre ha avuto le centraline di fondo urbano e di traffico che registravano, quasi ininterrottamente, per due settimane, sforamenti del PM10 sopra il valore limite di 50 microgrammi per mc. Un limite che per legge non può essere superato più di 35 volte in un anno. Sono i dati emersi dal dossier di Legambiente Mal'aria 2016.
“La situazione media è decisamente migliorata e non possiamo che esserne felici – ha dichiarato Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana – tuttavia proprio oggi che commentiamo dati tutto sommato lusinghieri, non possiamo dimenticare l’emergenza smog di dicembre. Tanti giorni consecutivi di alta pressione, di nebbia e di assenza totale di vento hanno creato solo poche settimane fa un cocktail micidiale da allarme sanitario. Il piano per prevenire la Mal’aria in città è noto: cura del ferro nei trasporti pubblici locali, più reti ciclabili, più pedonalizzazioni nei nostri centri antichi; riscaldamento domestico a più alto tasso d’innovazione (pompe di calore, caldaie a condensazione, etc.); nelle attività industriali applicazione rigorosa del principio europeo del "Ch inquina paga", in vista di una progressiva riduzione dell’intensità emissiva delle nostre attività produttive”.
A far scattare l’emergenza smog durante i mesi invernali sono sempre le polveri fini, ovvero il PM10 e il PM2,5. Il particolato atmosferico è da molti anni ormai considerato tra gli inquinanti di maggior impatto sulla salute delle persone, per via delle sue “capacità” di essere facilmente inalato dall’apparato respiratorio e per le alte concentrazioni che si registrano specialmente in ambiente urbano. Le situazioni più critiche in Toscana si sono registrate a Lucca (centralina Micheletto) al 33° posto nella classifica nazionale con 52 giorni di superamento e Prato (42°) nella centralina di via Roma con 40 sforamenti. Grazie ai dati raccolti negli anni da Legambiente confrontando il periodo dal 2009 al 2015, emerge che nei sette anni le città coinvolte siano prevalentemente sempre le stesse anche in Toscana: Prato 6 anni su 7, Firenze e Lucca 5 su 7, invece 2 anni su 7 Pisa e Pistoia.
Per quanto riguarda i dati del particolato fine (PM2,5), il particolato atmosferico maggiormente rischioso per la salute dell’uomo, la classifica dei capoluoghi toscani vedrebbe Prato (via Roma) con una media di 17 μg/m3 (valore medio annuo 2014) e Firenze (centralina Gramsci) con 16 μg/m3, Arezzo e Pisa con 14 μg/m3. I dati di Mal'aria 2016 dimostrano come in questo anno ci sia stato un miglioramento anche nella classifica dell'ozono troposferico (O3), gas fortemente ossidante e tossico se inalato in grandi quantità per le vie aeree, gli occhi, responsabile di diverse patologie cardio-respiratorie. Quasi tutte le città toscane sono a metà e fine della classifica italiana.
La media dei valori annuali del biossido di azoto (NO2), registrati dalle centraline urbane sul territorio comunale mostrano un notevole miglioramento per Firenze che negli anni passati vantava un negativo primato nazionale invece quest'anno scende nella classifica al 16° posto. Le altre città toscane, per la maggior parte, si trovano a metà classifica. Nonostante questo miglioramento alcune città hanno registrato annualmente una media superiore al limite normativo dal 2006 a oggi e molti altri capoluoghi di provincia si allontanano solo di poco da questo record negativo. Prendendo in considerazione dati storici dal 2006 al 2014, si nota come Firenze su 9 anni supera il limite da 7 a 9 anni, mentre Siena e Pisa da 1 a 3 anni.
Lo studio VIIAS (Valutazione Integrata dell’Impatto dell’Inquinamento atmosferico sull’Ambiente e sulla Salute in Italia), coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio con la collaborazione del l’ENEA, dell’ISPRA, delle ARPA e delle Università di Firenze, Urbino e “La Sapienza” di Roma dimostra che al 2020, riducendo del 20% i livelli di PM2,5 nelle città italiane, si arriverebbe ad avere circa 10.000 morti premature in meno.
Ambiente/ARTICOLO
Smog, il dossier di Legambiente: l'aria migliora ma con criticità
Ecco i dati regionali sulle polveri fini, il biossido di azoto e l'ozono in Toscana. L'alta pressione e l'assenza di vento hanno creato allarme a dicembre

Smog