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Smantellamento della ConcordiaL'offerta più conveniente è turca

Si allontana l'ipotesi del porto di Piombino come ultima destinazione del relitto. Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli ha detto: "Piombino non ha il bacino" sufficiente

/ Redazione
Gio 17 Aprile, 2014
costa concordia

La Turchia ha presentato l'offerta più conveniente, da 40 milioni di dollari, per lo smantellamento del relitto della Costa Concordia. La decisione definitiva di quale porto accoglierà la nave sarà presa entro i primi di maggio. L'annuncio in audizione alla Commissione Ambiente della Camera dei deputati viene dal capo della Protezione civile Franco Gabrielli. In ballo c'è anche una soluzione italiana, ma al momento Gabrielli non dice di più.

La Turchia – ha detto Gabrielli – è da 25 anni il luogo di destinazione per lo smantellamento delle navi militari italiane. E anche se tutti si augurano una soluzione italiana, il prefetto ha evidenziato che le spese sono carico della Costa, che è una compagnia privata che fino ad ora ha speso oltre un miliardo di euro.

Una decisione che comunque dovrà essere ragionata. “Nel prossimo incontro, dopo Pasqua - ha continuato Gabrielli - chiediamo che la parte privata si presenti con una corposa documentazione, in modo che le autorità siano in grado nei primi giorni di maggio di risolvere questa questione. La risoluzione non solo rasserenerà gli animi ma darà indicazioni" sul proseguo delle operazioni. "Il tema del porto di destinazione – ha premesso Gabrielli - è una cosa che vedrà attori il ministero dell'Ambiente, quello delle Infrastrutture e la Regione Toscana".

La selezione per il raddrizzamento della Costa Concordia mette in lizza 13 offerte. Quattro sono porti italiani: Piombino, Civitavecchia, Genova e Palermo. Ci sono poi la Turchia, la Gran Bretagna, la Norvegia. Gabrielli però ci tiene a precisare che "il porto di Piombino non ha il bacino" sufficiente per accogliere le operazioni di smaltimento del relitto, "e per quello che io so - ha aggiunto - l'armatore considera questa soluzione problematica, perché meno supportata sul fronte delle tempistiche di smantellamento e sotto il profilo della sicurezza delle operazioni".