Si chiama “Valori della resistenza antifascista e dei principi della Costituzione Repubblicana” ed è di fatto il primo documento politico del genere in Toscana. Ad approvarlo è stato all'unanimità il consiglio comunale di Siena che si pone così come prima città antifascista della regione e tra i comuni pionieri in Italia.
L’atto di indirizzo, proposto dal Sindaco Valentini, nasce dalla diffusa mobilitazione locale che negli ultimi mesi ha contrastato e affrontato il problema della presenza di organizzazioni neofasciste sul territorio senese, portatrici di valori ed idee che si collocano al di fuori del perimetro costituzionale e dell’ordinamento repubblicano, nonché dei principi fondamentali della convivenza civile e del rispetto della dignità umana.
"Un giorno storico - l'ha definito Valentini. Abbiamo dato - ha proseguito - un segnale importante a tutto il paese, in tempi in cui il fenomeno dei neofascismi sta emergendo in modo sempre più preoccupante. Il dibattito su questo tema è estremamente attuale, Siena non volge lo sguardo altrove di fronte alle sfide e siamo orgogliosi di essere pionieri di questa fondamentale battaglia di civiltà. Ci auguriamo che tanti altri Comuni in Italia seguano il nostro esempio".
Questo atto - come ha ricordato il sindaco - impedirà la concessione di spazi o suolo pubblico a chi non garantisce di rispettare la Costituzione, le leggi e lo Statuto Comunale impegnandosi a non professare e praticare comportamenti fascisti, razzisti ed omofobi.
"Il prima possibile sarà definito il regolamento per mettere in pratica le norme per contrastare le ideologie violente, eversive e discriminatorie - ha precisato Valentini - Ci vorrà anche tanta campagna informativa e di partecipazione, ma Siena guarda avanti. La nostra città, forte della sua storia, della sua cultura della sua tradizione, si conferma democratica ed antifascista>>.
L'atto approvato impegna il comune a promuovere iniziative culturali in collaborazione con le scuole e nei luoghi di aggregazione affinché sia mantenuta la memoria storica; ad organizzare iniziative che consentano di portare all’attenzione della popolazione il problema dei nuovi fascismi ed in modo particolare dei soggetti più giovani e vulnerabili. L'atto consente poi di dare mandato alle competenti Direzioni Comunali di adeguare i regolamenti comunali (es. concessione suolo pubblico, concessione spazi e sale comunali, ecc.) ai principi specificati nell’atto di indirizzo al fine di includere, al momento della richiesta di autorizzazione, una dichiarazione esplicita di riconoscimento dei valori antifascisti espressi nell’ordinamento repubblicano.
Il documento di indirizzo - ricordano da Siena - si basa sulla Dichiarazione universale dei diritti umani alla Costituzione della Repubblica Italiana, dalle leggi dello Stato alla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, fino al Codice delle pari Opportunità ed in particolare al vigente Statuto del Comune.