Un invito alla preghiera per il "dono della pioggia" è stato rivolto oggi dall'arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori ai sacerdoti della diocesi. Nel suo messaggio Betori invita anche alla sobrietà dei consumi e a riflettere sugli stili di vita e sulla garanzia per tutti di un "un accesso equo, sicuro e adeguato all'acqua". “Il problema dell'acqua è di vasta portata – scrive il cardinale - ma chiama comunque ciascuno di noi a maggior sobrietà nei consumi e a responsabilità nell'uso di questo bene prezioso e limitato".
“Raccogliamo e rilanciamo l’invito del Cardinale Giuseppe Betori per una maggiore sobrietà nei consumi e nell'uso del "dono dell’acqua". In questa drammatica fase di siccità che da mesi colpisce il nostro territorio con sorgenti, pozzi e fonti superficiali a secco o fortemente ridotti, occorre davvero la collaborazione di tutti ad un uso estremamente responsabile dell’acqua potabile ai soli fini igienici ed alimentari, evitando usi impropri e sprechi e riducendo i record di consumi di oltre 200 litri al giorno a persona”. Così Erasmo D’Angelis, presidente di Publiacqua.
“Questo comportamento – continua D’Angelis - deve essere assunto anche e soprattutto da settori che stanno utilizzando il 70% dell’acqua potabile erogata e cioè l’industria e l’agricoltura con la messa in opera di appositi sistemi di irrigazione, di recupero e riuso di acqua. Publiacqua sta intervenendo da mesi in emergenza per garantire acqua a tutti i rubinetti. E’ in corso una campagna straordinaria di ricerca perdite – conclude il presidente di Publiacqua - che impegna diverse squadre sui circa 7.000 km di reti idriche al fine di individuare immediatamente e riparare eventuali guasti, dando priorità a quelli che possono avere effetti diretti sull’approvvigionamento”.
Sempre a causa della siccità che ha colpito il territorio aretino, già dai prossimi mesi primaverili non sarà concessa alcuna licenza di attingimento dai corsi d'acqua per usi diversi da quelli strettamente idropotabili. Ad annunciarlo è stato oggi l'assessore provinciale al demanio idraulico Antonio Perferi. I dati 2011 forniti dal Servizio Idrologico Regionale indicano in provincia di Arezzo una pioggia media cumulata pari a 551 mm, contro una media dell'ultimo decennio di 991 mm. Se la situazione non cambierà nei prossimi giorni, sono previste pesanti ripercussioni sulle colture orticole, tabacchicole e frutticole
E l'allarme viene, se possibile, amplificato dalla Cia Toscana. Per qualcuno c’è solo il problema di come vestirsi ma per gli agricoltori è un guaio serio. Sono incalcolabili i danni che si stanno consumando, le semine sono un fallimento, le piante e talee che in questo periodo vengono messe a dimora rischiano di non attecchire, con il doppio danno dell’investimento e il mancato raccolto. Per non parlare delle produzioni zootecniche; la mancanza di foraggio fresco mette in crisi la qualità dei processi produttivi del latte per la trasformazione in formaggi e la carne.
"Occorre intervenire subito – sottolinea la Cia Toscana in una nota-, all’agricoltura bisogna assicurare l’acqua necessaria per le aziende agricole, (che come indicato dalla legge “n. 36/94, è prioritaria subito dopo il consumo umano), per scongiurare un danno che avrà delle ripercussioni gravi su tutta l’economia e la società. La situazione è di emergenza e bisogna rispondere con iniziative di emergenza - dice Cia Toscana -; vanno rivisti i criteri di sospensione delle autorizzazione di attingimento delle acque per gli agricoltori, in un quadro generale di controllo e di contingentamento degli usi idrici. Non è giusto che solo gli agricoltori si vedano negare la possibilità di utilizzare le acque. Inoltre, gli enti e le aziende di gestione delle risorse idriche (Ato acque e Consorzi di Bonifica) predispongano subito dei piani di emergenza e di controllo specifico per salvaguardare le produzioni agricole soprattutto nelle aree di maggiore sofferenza. Questa situazione di emergenza deve essere di stimolo ad accelerare la costruzione di una strategia capace di programmare interventi tesi al governo della risorsa idrica, che secondo la nota della Cia Toscana, deve orientarsi alla realizzazione di una rete di piccoli invasi collinari e montani utili a diventare importanti serbatoi di riserva in momenti di penuria come l’attuale. Servono le risorse per realizzarle e un concorso generale e condiviso per accelerare i processi autorizzativi, sottolinea ancora la Cia Toscana, mentre alle aziende occorre dare sostegni per l’innovazione tecnologica per nuovi sistemi d’irrigazione sostenibile.
Ambiente/ARTICOLO
Siccità record: Betori prega per la pioggia
Il grido di allarme arriva anche dalla Cia: a rischio olio e cerali, l’ortofrutta. In sofferenza le produzioni zootecniche. Publiacqua: " Acqua da usare per soli usi igienici e alimentari"
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