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Sebastiano de Gennaro in concerto al Centro Luigi Pecci di Prato

Venerdì 20 gennaio alle 21 il polistrumentista sarà accompagnato dal live painting di Pietro Puccio, nel prezzo del biglietto è compresa anche la visita alla mostra 'La fine del mondo'

/ Costanza Baldini
Lun 16 Gennaio, 2017
Sebastiano de Gennaro

Sebastiano de Gennaro è uno dei polistrumentisti più ricercati d'Italia, ha suonato con artisti del calibro di Terry Riley, Pacifico, Edda, Calibro 35, MEG, Nada, Ghemon, Dargen D’Amico, Dente, Pierpalo Capovilla, Marco Parente, Le Luci Della Centrale Elettrica, Remo Anzovino, Alessandro Fiori e tra pochi giorni partirà in tour con i Baustelle. Venerdì 20 gennaio alle ore 21 sarà ospitato dal Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato per un concerto che inizierà con un omaggio a John Cage e proseguirà con brani tratti da "All My Robots" album solista per percussioni ed elettronica. La serata sarà impreziosita dal live painting dell'artista Pietro Puccio. Ecco la nostra intervista.

Hai collaborato con tantissimi musicisti italiani, spesso di area pop. Nei tuoi dischi solisti è venuto fuori però il tuo back ground più ricercato (se mi passi il termine). Come concili queste due diverse linee di azione?
Non sono campi così inconciliabili, il mondo della canzone può trarre ricchezza dalla sperimentazione musicale e viceversa, la musica pura può ritrovare semplicità e poesia guardando alla canzone. A me piace cambiare spesso ambiente, e la verità è che quasi tutti gli artisti pop con cui ho lavorato mi hanno chiesto di portare il mio mondo sonoro ed i miei strumenti sul loro palcoscenico e nei loro dischi. Sono però gli autori bravi che mi fanno capire il valore della forma canzone: Silvestri, Baustelle, Pacifico per fare alcuni nomi, mi hanno insegnato ad apprezzare le belle canzoni anche se io, di mia indole, preferisco stare lontano dalle parole e divertirmi con i suoni. Pensa che praticamente tutti i cantanti e gruppi con cui ho collaborato in ambito pop mi erano sconosciuti prima di suonarci assieme.

Sei un polistrumentista, qual è la cosa più strana che ti è capitato di suonare nella tua carriera?
Richiami per uccelli, cerniere zip, foglie secche, fogli di giornale, pentolini, Cisterne per il vino, piatti da spaccare, bicchieri, palline per giocoleria, righelli sul bordo del tavolo, niente di così incredibile in verità.

Ok Computer, Everyday Robots sono due dischi che hanno scelto di riflettere sull’uso della tecnologia nella musica, è successo lo stesso anche per il tuo All My Robots? Il titolo mi sembra eloquente…
Citi due dischi bellissimi ed importanti però anche molto distanti da All My Robots che non è un disco di canzoni bensì di musica strumentale. L’uso della tecnologia nella musica pura è stato sviscerato in maniera ben più degna di me da molti musicisti a partire da Johann Nepomuk Mälzel, inventore del metronomo e dei primi automi musicali, e è durato per un lungo arco temporale costellato incessantemente di esperimenti sulla tecnologia in musica. All My Robots è un disco con meno tecnologia e più immaginazione, si tratta di musica che gioca - come fanno i racconti di fantascienza - con la fantasia proiettata verso il futuro ed anche con uno sguardo volto indietro, verso chi nei secoli passati guardava al futuro e provava a scriverne; per fare due nomi celebri: Jules Verne e Georges Méliès. 

All My Robots è uscito nel 2015, cos’è successo nel frattempo? Sei già al lavoro su qualcosa di nuovo?

Lo scorso anno con Enrico Gabrielli ed il musicologo Francesco Fusaro abbiamo inaugurato 19’40”, la nostra collana di dischi su abbonamento, lo abbiamo fatto proprio perché abbiamo una enorme quantità di progetti e dischi pronti, totalmente inediti. Per 19’40”, la prossima estate, uscirà il mio nuovo disco. Sarà dedicato alla musica contemporanea per percussioni sole ed elettronica, si intitolerà Il Picchio e conterrà musica di Andriessen, Lang, Popov, Campion, Gabrielli. Nel frattempo ho anche inciso un disco tutto dedicato alla musica per xilofono ed ai fumetti di George Hamilton Green (musicista americano attivo nei primi anni del novecento) e sto registrando un disco di musica elettronica su Rossini, e questi sono solo alcuni dei dischi che farò uscire con 19’40”. Consiglio caldamente di fare un giro qui: www.19m40s.com.

So che sei un grande fan di Isaac Asimov che è anche uno dei miei scrittori preferiti. Cosa credi che farebbe o direbbe la mitica "Dottoressa dei robot" Susan Calvin se esistesse oggi?

Sarebbe forse impegnata a risolvere qualche problema di hackeraggio all’agenzia spaziale? O alle prese con qualche robot permaloso che per ripicca contro i suoi progettatori si è messo a levare le bandierine americane piantata sul suolo di Marte? Probabilmente direbbe che ha molto da fare e di non disturbarla, risponderebbe freddamente al telefono usando un vecchio nokia, e guarderebbe con disprezzo l’umanità intera che si aggira con la testa china sugli Iphone.

Sebastiano de Gennaro e Pietro Puccio
Venerdì 20 gennaio ore 21:00

Ingresso: 10 euro (il biglietto comprende anche l'ingresso alla mostra "La fine del mondo") / ridotto 7 euro

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