Il dono del sangue è qualcosa di prezioso e non può essere commercializzato. Per questo la Toscana ha scelto di non vendere il plasma alle case farmaceutiche. Se ce ne dovesse essere in eccesso, dopo aver assicurato le cure a tutti i pazienti toscani e italiani, sarà donato ai paesi che ne sono carenti. Del resto ancora oggi nel mondo oltre il 70% degli emofilici non riceve cure adeguate. Daniela Scaramuccia, assessore al diritto alla salute della Toscana, lo ha ricordato nel corso dell’assemblea regionale dell’Avis a cui è intervenuta sabato a Lucca. “Su questo la Toscana continuerà a battersi – ribatte – La donazione è un atto volontario, anonimo, gratuito e consapevole e il dono del sangue non può essere mai oggetto di commercializzazione. La Toscana si farà quindi garante dei valori etici del percorso di lavorazione del plasma, anche in vista delle nuove gare per la lavorazione”. L’assessore a Lucca ne approfitta per ringraziare tutti i donatori di sangue, “il cui aiuto e stimolo è importantissimo”. L’anno scorso le donazioni di sangue ed emocomponenti in Toscana sono state 245.525, il 2% in più rispetto al 2010. “L’obiettivo – sottolinea – è crescere ancora, ma soprattutto garantire un flusso costante nel corso di tutto l’anno per assicurare sempre a tutti i pazienti ricoverati nei nostri ospedali il supporto trasfusionale necessario“.