La Toscana si avvia ad attuare una piccola rivoluzione nelle prestazioni sanitarie sul territorio con un diverso ruolo del medico di famiglia. La chiave di volta sarà costituita dalla nascita di presidi integrati che vedranno un maggiore lavoro in equipe, tale da poter fornire una maggiore assistenza ai pazienti riducendo il ricorso alle cure ospedaliere allo stretto necessario. Le novità sono contenute in un accordo in via di definizione tra la Regione Toscana e la Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg).
L'intesa, ha riferito oggi l'assessore regionale per il diritto alla salute Luigi Marroni, potrà essere siglata già nel prossimo mese di settembre. "I cambiamenti non modificheranno il rapporto tra medico di famiglia e paziente, ma a livello territoriale sarà dato un ruolo maggiore alla medicina generale considerata un pilastro del sistema sanitario", ha sottolineato Marroni, in una conferenza stampa con il segretario regionale della Fimmg Vittorio Boscherini.
Primo caso in Italia, l'accordo consentirà in sostanza una sorta di rifondazione della medicina generale per spostare sempre più le prestazioni dall'ospedale alla cura sul territorio.
I presidi territoriali, secondo quanto si sta delineando nell'accordo ancora in discussione, interesseranno un'area 25-30 mila abitanti per i quali saranno in servizio 20-25 medici di famiglia, capaci di garantire assistenza ai cittadini ogni giorno della settimana dalle 8 alle 24. Nella notte invece in caso di necessità si farà ricorso all'emergenza del 118.
I medici di famiglia lavoreranno così in equipe, nominando un coordinatore, che costituirà una sorta di interfaccia anche con le altre strutture sanitarie, a cominciare dall'ospedale.
"Un paziente potrà essere dimesso dall'ospedale senza problemi se c'é un'equipe che può garantire la sua assistenza in caso di necessità", ha sottolineato il dottor Boscherini. La nuova organizzazione permetterà al paziente di avere una continuità assistenziale senza la cesura attuale che si verifica ogni fine settimana con la guardia medica. Ogni territorio, nella nuova organizzazione, potrà inoltre avere la possibilità di accedere con facilità a una diagnostica di primo livello per fare esami o radiografie. Oggi per un paziente della medicina generale a livello domiciliare si spendono di media 382 euro all'anno, mentre per un ricovero ospedaliero il costo medio è di 3.500 euro. Una ragione in più per rivedere l'organizzazione dei servizi e delle prestazioni sul territorio.