Tra le tecnologie robotiche, con la sorpresa di qualcuno, una di quelle che sembrerebbe poter avere gli sviluppi più promettenti è quella degli automi ‘soffici’. In pochi avrebbero scommesso su polpi, bruchi, pesci e meduse, e invece i robot soft si sono fatti strada premiando i ricercatori che hanno scommesso sul loro. Rispetto ai loro colleghi rigidi e metallici, questo tipo di automi segnano un modo del tutto nuovo di costruire robot, per il quale l’Italia – in particolare grazie all’Istituto di BioRobotica del Sant’Anna – è all’avanguardia.
“Cerchiamo di applicare i principi della robotica soffice per realizzare macchine al servizio dell’uomo” ha detto Cecilia Laschi, docente all’Istituto di BioRobotica e coordinatrice del programma europeo RoboSoft. Quale aspetto avranno, dunque, i robot soffici del futuro? “Forme e funzioni – ha ricordato ancora Cecilia Laschi – possono essere molteplici e nel concreto si possono costruire robot in grado di compiere molte azioni diverse”. Uno dei primi settori di sviluppo è la medicina, i bioingegneri del Sant’Anna hanno messo a punto un endoscopio “soft” e le prime corde vocali artificiali.
“Stiamo lavorando a simulatori del corpo umano, che mimano la funzione di organi. Abbiamo cominciato con la laringe realizzando le corde vocali”. Non sono protesi, ma modelli che aiutano i medici a simulare alcune malattie per studiarle. Non è difficile immaginare l’enorme sviluppo che queste macchine potranno avere nei prossimi 20 anni: “Immagino robot costruiti con parti morbide, più simili agli animali e agli esseri umani, in una convergenza tra la robotica tradizionale e basata su componenti rigide e l’uso di materiali soft”.
Sono numerosi i gruppi di ricerca che nel mondo stanno lavorando in questo settore, negli Stati Uniti per esempio sono state ottenute dita robotiche soffici e delicate al punto da afferrare un pomodoro senza rovinarlo, regolando la pressione grazie a speciali sensori ‘elastici’. E sensori come questi promettono di aprire ancora nuove prospettive, adatti come sono per realizzare tessuti “intelligenti” per la futura elettronica indossabile. Uno dei progetti apripista della robotica soft del Sant'Anna riguarda lunghi tubi flessibili che ricordano una proboscide e che potranno aiutare gli anziani a fare la doccia. “L’idea – ha proseguito la docente – è che siano installati nella cabina doccia, direttamente alla parete, in modo da spruzzare acqua e detergente".