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Rischio idrogeologico: a Firenze la prima cattedra dell'Unesco

Istituita presso l'Università la cattedra di ricerca applicata, unica in Italia, per tutelare i beni Patrimonio dell'Umanità

/ Redazione
Ven 28 Ottobre, 2016
Università di Firenze

E' stata inaugurata ieri presso l'Università di Firenze la prima cattedra Unesco in Italia per la prevenzione e la gestione sostenibile del rischio idrogeologico nei siti Patrimonio dell'Umanità, che nasce con l'obioettivo di conservare tutti quei beni in zone dove la presenza di fiumi o laghi può portare ad eventi come alluvioni e frane.

"L'Italia ha il più alto numero di siti del patrimonio culturale dell'Unesco e c'è una grande conoscenza da parte di ingegneri, geologi e specialisti nella conservazione, per quanto riguarda gli aspetti artistici, gli affreschi, le strutture architettoniche, e la loro conservazione e le strategie per proteggerli da questi rischi idrogeologici. Queste conoscenze vanno condivise con altri paesi che hanno siti importanti" ha commentato la direttrice della divisione di scienza delle acque dell'Unesco, Blanca Elena Jimenez-Cisneros.

Si tratta della prima cattedra di ricerca applicata che l'Italia propone in ambito Unesco in questo settore: ne è direttore il professor Paolo Canuti, professore ordinario di Geologia applicata presso l'ateneo fiorentino. "Questa cattedra - ha osservato la direttrice Unesco - che si inaugura oggi è importante non solo per l'Italia ma anche per il resto del mondo".

"Oggi in Italia rispetto alla previsione degli eventi, sia quelli franosi sia quelli idrogeologici, i progressi sono stati molti e siamo ad un ottimo livello - ha spiegato il professor Cantini - la prevenzione purtroppo è un altro problema. Si può immaginare quanti vincoli ci sono ad un intervento veramente preventivo. Io per esempio sono un sostenitore del fatto che la forma di prevenzione più semplice sarebbe quella di dotare gli uffici tecnici del livello più basso, quello comunale, del tecnico 'condotto', l'ingegnere o geologo condotto, quello che, come il medico, ha il polso della situazione, ne segue l'evolversi. Da questo possono nascere tante azioni preventive. Se non c'è questa conoscenza sul territorio come si fa a prevenire?".