Venti grandi musei in tutta Italia staccati dalle soprintendenze, con nove poli super strategici affidati ad un direttore manager scelto per concorso anche al di fuori della pubblica amministrazione, e altri undici con un direttore dirigente di II fascia. Un'unica grande soprintendenza 'belle arti e paesaggio' che ingloba arte e architettura. Ma anche poli museali regionali destinati a diventare una sorta di 'policlinici' della cultura in collegamento con università e istituti di ricerca e più spazio al contemporaneo con una nuova direzione generale dedicata ad arte e architettura di oggi.
Questa la riforma del Ministero dei Beni Culturali presentata ieri dal ministro Dario Franceschini, oggetto di un decreto che dovrebbe arrivare entro il mese in Consiglio dei Ministri. Per il vecchio dicastero fondato nel 1974 da Spadolini sarà vera rivoluzione: "Da questo governo il Paese si aspetta non prudenze ma grandi riforme, vere e coraggiose", sottolinea il ministro.
Cosa cambierà in Toscana? La manovra di autonomizzazione varata dal ministero coinvolgerà tre grandi musei fiorentini: la Galleria degli Uffizi, la Galleria dell’Accademia, che ospita il David di Michelangelo, e il Museo nazionale del Bargello, che avranno una gestione autonoma rispetto alle sovrintendenze. Le tre strutture museali rientrano infatti nei venti musei nazionali che saranno dotati di “piena autonomia gestionale e finanziaria con direttori altamente specializzati e selezionati con procedure pubbliche”.