“Questa intesa si sviluppa all’interno del quadro prospettato dal nuovo Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale, che vedrà la luce tra poco – spiega l’assessore Scaramuccia – il nuovo modello di assistenza poggia sul medico di famiglia, che svolge un ruolo centrale. La gestione della salute del cittadino, e in particolare quella della cronicità, viene riportata a livello territoriale, attraverso investimenti destinati a garantire le risorse e gli strumenti indispensabili”.
In tempi di crisi e di risorse in costante diminuzione, in Toscana si fa di necessità virtù, non tagliando i servizi, ma piuttosto pensando a una diversa organizzazione, che, prima che economica, è migliore, più efficace e più rispondente alle reali esigenze della popolazione. Come? Per esempio, l’atto di intesa prevede di ridurre la durata delle degenze ospedaliere e puntando sempre più a forme di assistenza intermedia (residenziali o domiciliari), considerando il lavoro in team multiprofessionale e multidisciplinare la forma organizzativa di base per le cure primarie (appunto, le UCCP, Unità di cure primarie, o le AFT, Aggregazioni funzionali territoriali), estendendo sempre di più il modello della sanità di iniziativa (un esempio per tutti, l’AFA, Attività fisica adattata), promuovendo una sempre maggiore appropriatezza, sia nella prescrizione di visite ed esami, che in quella di farmaci: anche attraverso campagne di comunicazione per un ricorso appropriato al sistema sanitario da parte dei cittadini.
La Finanziaria 2012 prevede tra l’altro che una parte del risparmio derivante dalla maggior appropriatezza, sia diagnostica che farmaceutica, venga investita nelle cure primarie. L'intesa prevede anche di rinnovare costantemente i percorsi formativi dei medici.
Nell’accordo, anche la condivisione di processi di deburocratizzazione, per semplificare i percorsi assistenziali, e il riconoscimento del ruolo attivo del cittadino nella promozione e gestione della propria salute.