Massimo Ranieri chiude la stagione ‘16/‘17 del Teatro della Pergola (in scena fino a domenica 28 maggio) on Teatro del Porto diretto da Maurizio Scaparro.Un omaggio al drammaturgo Raffaele Viviani, attore, cantante, compositore e commediografo campano vissuto nella prima metà del Novecento.
La Napoli portata in scena è la stessa cui, già cent’anni fa, Viviani guardava con amore e ironia, descrivendola con crudo realismo e squisita sintesi di linguaggio. A essere rappresentata è la teatralità degli emigranti, dei pescatori, dei guappi, dei gagà, delle cocotte, delle prostitute: quel mondo della strada che per primo e più fortemente colpì la fantasia dell’artista.
“Abbiamo pensato a uno spazio amato da Viviani – ha spiegato Maurizio Scaparro – a uno spazio neutro sospeso tra mare e terra (quasi un ‘porto delle nebbie’ come con Massimo Ranieri l’abbiamo chiamato, sorridendo, durante le prove), uno spazio che favorisse lo scambio di conoscenza e di esperienze che venivano dal mare, e dove vorremmo che Viviani ci portasse per mano attraverso il suo teatro e la sua musica, per ricordare sogni e delusioni di una grande città e per accompagnarci verso un futuro già cominciato scoprendo anche, grazie a lui, parole vecchie e nuovi significati come Mediterraneo, emigrazione e, con il necessario ottimismo, cultura, musica, teatro, Europa”.
In scena con Ranieri ci saranno Ernesto Lama, Angela De Matteo, Gaia Bassi, Roberto Bani, Mario Zinno, Ivano Schiavi, Antonio Speranza, Francesca Ciardiello. Dal vivo suoneranno Ciro Cascino (pianoforte), Luigi Sigillo (contrabbasso), Donato Sensini (fiati), Sandro Tumolillo (violino), Giuseppe Fiscale (tromba), Mario Zinno (batteria). Le elaborazioni e ricerche musicali sono di Pasquale Scialò, la scena e costumi di Lorenzo Cutùli, il disegno luci di Maurizio Fabretti, le coreografie di Giorgio De Bortoli.
La musica preparata per questo lavoro segue come un sismografo gli stati d’animo e le vicende di un’ampia galleria di personaggi tra momenti fracassoni e spazi di sofferta intimità. Proprio come si addice a un qualsiasi porto del sud del mondo, teatro di presenze, scambi e passaggi. Qui tutto sembra scorrere liscio fino a quando la lacerante sirena di un piroscafo in partenza fa calare un sipario sulle vite delle persone.
“La Napoli di Viviani – conclude Maurizio Scaparro – fatta di poesia, parole e musiche si intreccia alla dimensione del varietà condita con siparietti futuristi e dei cafè chantant. Le parole dell’autore si amplificano sul palco dando spazio scenicamente a un succedersi caleidoscopico di canzoni e numeri in prosa, che conducono lo spettatore a una sorta di ‘carousel’ visivo, realizzato grazie anche all’apporto fortemente cromatico delle luci e della resa dei costumi. Tutto questo diviene viaggio”.