Ambiente/ARTICOLO

Publiacqua a Federconsumatori: "Basta cifre a caso"

Erasmo D’Angelis chiede che la nuova autority nazionale faccia chiarezza: "Le nostre non sono le tariffe più care d'Italia"

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
contatoriacqua
Nonostante le ripetute smentite, Federconsumatori persevera nell’errore clamoroso di presentare una graduatoria dei consumi idrici e delle tariffe con consumi puramente teorici e virtuali, facendoci raggiungere la vetta delle bollette dell'acqua più care d'Italia e sparando la cifra totalmente fuori dal mondo di 503,03 euro l’anno per consumi medi inesistenti di 200 metri cubi. Purtroppo si utilizzano parametri del tutto arbitrari che raddoppiano costi e consumi reali. Potrei però risolverla semplicemente così: se c'e' una famiglia con consumi nella norma che paga questa cifra, gliela rimborso di tasca mia. Spero che l’entrata in campo della nuova Authority nazionale del settore definisca presto anche un credibile sistema di monitoraggio che l’Italia non ha mai avuto, utile per gli utenti e le aziende per evitare di alimentare altri equivoci o di sparare cifre a casaccio”. Lo afferma, in una nota, Erasmo D’Angelis, presidente di Publiacqua, l’azienda che eroga il servizio idrico nelle province di Firenze, Prato, Pistoia e parte di Arezzo. ''Qualsiasi nostro utente - prosegue D’Angelis – fortunatamente è in grado di verificare i costi della sua bolletta. Per acqua, fognature e depurazione, 370.000 bollette alla mano, le nostre famiglie pagano in media ogni anno 240 euro Iva compresa, e solo con queste tariffe bisogna coprire tutti i costi degli investimenti in assenza di finanziamenti pubblici. Questa è la cifra reale, la metà di quella virtuale immaginata da Federconsumatori, per un consumo medio di circa 117 metri cubi l’anno. Peraltro, sono 30 euro in meno rispetto ai circa 300 euro l’anno che in media ogni famiglia spende per l’acquisto di acque minerali pur in presenza di una eccellente acqua dell’acquedotto. Una super-spesa che però non entra mai nel ‘paniere’ dei costi né nelle classifiche dei consumi”.