Tantissimi gli operatori di protezione civile e i volontari che stamani, 9 aprile, hanno partecipato alla presentazione del nuovo Codice della Protezione Civile (decreto legislativo 1/2018) nell'auditorium di Sant'Apollonia, a Firenze, organizzata dalla Regione Toscana con la presenza del Capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli.
Una giornata che è stata fondamentale per fare il punto sui cambiamenti che sono stati introdotti dalla norma e segnare il punto di partenza del percorso formativo e di partecipazione che dovrà necessariamente portare alla revisione della legge regionale in materia con il coinvolgimento delle istituzioni, come i Comuni, e delle associazioni di volontariato che animano il nostro territorio.
Questo nuovo codice pone le sue radici nella legge 225/92, un quadro normativo che ha ormai 25 anni ma che ha definito il sistema di protezione civile così come lo conosciamo oggi, il decreto oltre a consolidare questo aspetto si lancia verso il futuro andando a introdurre importanti novità sia per quanto riguarda la responsabilità dei soggetti in campo che per il volontariato e il ruolo del cittadino.
Il sindaco non è più l’unica autorità di protezione civile, la norma ora individua come autorità, e le responsabilità a questa connesse, il presidente del Consiglio dei ministri, i presidenti della Regione e i sindaci metropolitani. Torna a ricoprire un ruolo centrale la pianificazione, vera e propria attività di prevenzione, che dovrà essere predisposta con la partecipazione di tutte le componenti e strutture operative del sistema di protezione civile che dovranno riconoscervisi ed applicarla. I Comuni restano responsabili della pianificazione a livello comunale a cui si aggiunge la Regione che ha il compito di definire gli ambiti territoriali ottimali, consapevole delle diverse peculiarità dei territori.
Rilevanti le novità per quanto riguarda il volontariato organizzato a cui, questo nuovo codice, dà ampio spazio e per quella tipologia di volontariato non organizzato e occasionale fatto dai cittadini che si attrezzano e intervengono consapevolmente nell'ambito personale, familiare o di prossimità in caso di specifici eventi calamitosi, come le tante persone che scesero per le strade di Livorno per aiutare le famiglie più colpite.
È così evidente come i cittadini, a loro volta, fanno parte del sistema nazionale di protezione civile, sia in questi casi fornendo aiuto, ma soprattutto informandosi e adottando comportamenti consapevoli in base ai rischi a cui sono esposti. Il cittadino non è più passivo, ma è parte di questo percorso di responsabilizzazione e informazione che deve innescare la capacità di ognuno di adottare comportamenti consapevoli e autoprotettivi.
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