Cultura/ARTICOLO

Preoccupazione per Gabriele Del Grande, fermato in Turchia

La famiglia e la Farnesina auspicano una veloce soluzione delle vicenda, per il ritorno in Italia del regista lucchese

/ Elisabetta Vagaggini
Mar 18 Aprile, 2017
Gabriele Del Grande

“Non si sblocca la vicenda del fermo in Turchia di Gabriele Del Grande, il documentarista e giornalista italiano fermato 8 giorni fa durante un controllo di polizia al confine con la Siria, "in una zona del Paese in cui non è consentito l'accesso". E' questo quanto si apprende in data odierna dall'agenzia di stampa Ansa, che ha sua volta cita fonti diplomatiche.  “ Il reporter – si legge ancora - resta sotto sorveglianza in una "guest house" nella provincia sudorientale di Hatay. Le autorità italiane, in costante contatto con quelle locali, continuano a seguire il caso con la massima attenzione per favorire una rapida soluzione della vicenda. Le sue condizioni, si precisa, non destano preoccupazione” .

Gabriele Del Grande è un giornalista lucchese che da tempo si batte per dare voce ai volti anonimi degli immigrati che sbarcano dall'Africa sulle coste italiane, anche a quelli “che non ce l'hanno” fatta, cercando di dare un nome ai corpi senza vita, dispersi in mare, sul suo sito fortresseurope.blogspot.it.

Il suo impegno a favore dei rifugiati lo aveva portato a realizzare, nel 2014, il docu-film Io sto con la sposa, di cui avevamo scritto sulle pagine online di intoscana.it (leggi l'articolo, clicca qui). Per la realizzazione del film, accolto con grande favore di pubblico e critica al festival del cinema di Venezia, Gabriele Del Grande, insieme ad Antonio Augugliaro e Khaled Soliman Al Nassiry, aveva raccolto un gruppo di circa venti persone a Milano, tra siriani e palestinesi, diretti verso la Svezia, inscenando con loro un finto corteo nuziale per poter passare più facilmente le frontiere.

Adesso, probabilmente per la realizzazione di nuovi progetti, il giornalista lucchese si trovava in Turchia, dove è stato catturato dalla polizia. Molto probabilmente si trovava in quella regione per realizzare il suo nuovo progetto, il libro Un partigiano mi disse, incentrato sulla guerra in Siria e la nascita dell'Isis, per il quale ha lanciato una campagna online di crowdfunding (https://www.produzionidalbasso.com/project/un-partigiano-mi-disse/)

 "Diamo tutta la fiducia, ma non sapere niente ci fa stare molto in ansia", si legge ancora nelle note Ansa, riportando le parole padre del giornalista italiano. Residente in provincia di Lucca, l'uomo afferma che dopo l'sms ricevuto domenica scorsa, inviato da Gabriele alla moglie per dire che era stato fermato, non ha più avuto notizie da parte di suo figlio.