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Premio Pieve, il diario รจ vita In finale anche tre toscani

Sono otto memorie autobiografiche a contendersi la 29ima edizione del concorso promosso dell'Archivio di Pieve Santo Stefano

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Dalla Libia dell’Italia fascista all’Iraq del 1990. Dal fronte della Prima Guerra Mondiale alla mura domestiche di una famiglia bene del torinese. Sono solo alcune delle storie racchiuse negli otto diari finalisti della 29ima edizione del Premio Pieve, promosso dall’Archivio diaristico nazionale che raccoglie le memorie degli italiani nel borgo aretino di Pieve Santo Stefano. Stralci toccanti della vita di gente qualunque, alle prese con i problemi della quotidianità o messa di fronte alle grandi prove drammatiche della storia. Storie di guerra, prigionia, amore, ideali, legate da un filo comune: la voglia di migliorarsi, di mettersi alla prova, viaggiando ma anche allevando i propri figli.

Tra gli otto finalisti anche tre toscani. Adriano Andreotti, nato a Pieve di Nievole nel 1907
, racconta nelle sue memorie la sua avventura in Libia: partito a cercare fortuna negli anni della propaganda fascista aveva lavorato duramente in quella terra arida, scavando pozzi nella sabbia, per poi ritrovarsi dopo la Seconda Guerra Mondiale senza niente in mano, costretto a tornare in un’Italia irriconoscibile. “Il bisogno di lavorare mi spinse lontano dalla mia terra, in un mondo che non cercavo, in cerca di una fortuna che non arrivò” scrive Adriano e la sua amarezza non è diversa da quella di Maria Sofia Fasciotti, lucchese di nascita, in finale al Premio Pieve con una storia familiare. Anche Maria Sofia vede le sue aspettative di giovane sposa infrangersi contro la realtà ed è costretta a maturare in fretta, per occuparsi degli otto figli, in una vita “sempre presa dalle preoccupazioni materiali”, dove è impossibile trovare ”un’ora di vera solitudine”.

La speranza va cercata nell’epistolario di Francesco Leo e Annamaria Marucelli
: lettere che il giovane tenente prigioniero degli inglesi in India e la madrina di guerra di Firenze si scambiano per tutta la durata del conflitto bellico, in cui si innamorano così profondamente da sposarsi una volta tornata la pace. Parla di guerra anche il diario di Filippo Boccacci, pilota in aeronautica e vittima di un volo andato male. È sempre un incidente, stavolta sulle strade del Malawi, a recidere anche la giovane vita di Valerio Danel De Simoni, nato a Sydney nel 1986 da genitori italiani e partito nel 2011 per un viaggio avventuroso intorno al mondo sulla moto, che racconta nel suo diario. Completano le memorie finaliste il racconto autobiografico di Francesco Sartori, possidente di Viterbo nei primi anni del Novecento, i ricordi dell'ottantenne Donato Vinci e le vicende di un altro grande viaggiatore, Rosario Simone, testimone dei conflitti nei Balcani, in Medio Oriente e in Iraq.

Il vincitore sarà proclamato a Pieve Santo Stefano durante la premiazione che si terrà dal 13 al 15 settembre.