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Premio Città del Diario a Piero Terracina, sopravvissuto a Auschwitz

A ottant’anni dai provvedimenti discriminatori contro gli ebrei italiani, l'omaggio dell’Archivio dei diari a chi dà voce alla memoria

/ Redazione
Ven 17 Agosto, 2018

L’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano si impegna per contrastare l’indifferenza e la dimenticanza, per impedire che il mare si chiuda sopra le vittime di ogni ingiustizia. Anche così continua a perseguire la nostra missione per la salvaguardia della memoria popolare, individuale e collettiva. Quest'anno il Premio Città del diario è dedicato a Liliana Segre, Sami Modiano, Piero Terracina, alle vittime delle leggi razziali nell’ottantesimo anniversario dalla promulgazione, ai testimoni sopravvissuti della Shoah. 

Il Premio Città del diario è stato consegnato domenica 16 settembre a Piero Terracina, sopravvissuto a Auschwitz, nel corso della premiazione del Premio Pieve Saverio Tutino. Nato a Roma nel 1928, a dieci anni Terracina viene espulso dalla scuola pubblica a causa delle leggi razziali. Nell’aprile del 1944 è arrestato insieme a tutta la famiglia: poi il carcere Regina Coeli di Roma, il campo di concentramento di Fossoli e infine Auschwitz. Degli otto componenti della famiglia è l’unico a tornare in Italia. Insieme a lui, fra i pochi italiani sopravvissuti, Sami Modiano e Primo Levi. Il pubblico del Premio Pieve ascolterà dal vivo la sua testimonianza, che sarà accompagnata da un audio-intervento di Liliana Segre.

Vittime delle leggi razziali e testimoni della Shoah. Prima le discriminazioni razziste del regime fascista contro gli ebrei italiani. Poi la deportazione, il lager, lo sterminio. Abbiamo ancora il privilegio di poter ascoltare la voce di chi ha subito i peggiori crimini perpetrati nel corso del Novecento ed è sopravvissuto. Le loro voci stanno lentamente scomparendo, ma hanno la potenza dei milioni di donne e di uomini che hanno condiviso lo stesso destino. Sollecitano la memoria dell’individuo e della collettività, combattono l’oblio, contrastano ogni tentativo di rilettura storica. Impartiscono insegnamenti per il presente.

Ha detto Liliana Segre poco dopo essere stata nominata senatrice a vita: «Noi testimoni della Shoah stiamo morendo tutti, ormai siamo rimasti pochissimi, le dita di una mano, e quando saremo morti proprio tutti, il mare si chiuderà completamente sopra di noi nell’indifferenza e nella dimenticanza. Come si sta adesso facendo con quei corpi che annegano per cercare la libertà e nessuno più di tanto se ne occupa».