Camice bianco e penna. Medicina e scrittura sono le due passioni di Paolo Raugei, angiologo dell'ospedale Santo Stefano di Prato, che con il romanzo "La strada per Luderitz" si è classificato terzo al quarto Premio internazionale Salvatore Quasimodo. Il riconoscimento - riferisce l'Ausl Toscana Centro - gli è valso una targa che gli è stata consegnata domenica a Rocca Imperiale, in Calabria, da Alessandro Quasimodo, figlio del poeta premio Nobel per la letteratura, in giuria, insieme a Mogol (a destra nella foto di copertina), anche Giuseppe Anastasi e l'editore Aletti.
Oltre che nella sezione "romanzo inedito", Raugei ha partecipato al premio anche con una raccolta breve di poesie per cui ha ricevuto una menzione di merito. Il medico-scrittore è arrivato in Chirurgia a Prato nel 1991. Ha lavorato prima come chirurgo generale e poi come chirurgo vascolare al vecchio ospedale cittadino. Al Santo Stefano è in angiologia e si occupa di diagnostica vascolare.
«Il romanzo è nato in quattro mesi, dopo un viaggio in Namibia dello scorso anno, durante il quale ho visitato la città fantasma di Luderitz» racconta il medico. «Ai primi del Novecento era una città-miniera di diamanti, poi abbandonata tra la Prima e la Seconda Guerra mondiale. Ne sono rimasto affascinato». Da qui un'opera in cui realtà e immaginazione si mescolano nella storia di un medico eroico che nel primi anni del '900 arriva dalla Germania a Luderitz, dove aiuterà la gente povera della miniera, schiava dei produttori di diamanti, in tentativi di fuga più o meno riusciti. Lascerà un diario che verrà ritrovato quasi un secolo dopo, nel 1998, dal nipote medico come lui e figlio di un altro medico, nazista e omicida. L'uomo arriva a Luderitz alla fine degli anni '90 in cerca di una presunta ricchezza di cui ha avuto notizia da una lettera scritta da un suo paziente prima di morire. Troverà nel diario del nonno quel riscatto dall'infamia di figlio di medico nazista, di cui aveva cercato di liberarsi per tutta la vita.