“Far diventare legale e produttivo il distretto cinese di Prato”. E' la sfida lanciata ieri dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi durante la visita a Prato del presidente della Commissione immigrazione del Consiglio d'Europa, Thierry Mariani.
Dopo la tragedia del capannone a fuoco del dicembre scorso, la Regione ha preso dei provvedimenti per la sicurezza e la legalità. Ha assunto 74 ispettori, ha fatto accordi con prefetture e procure. Ha pure esortato le imprese a firmare i patti per la sicurezza.
Manca però la presenza dello Stato. “Credo che non abbia ancora compreso bene la portata di questo problema – spiega il presidente - e da Roma mi aspetterei di più di quanto fatto finora. Siamo all'emergenza umanitaria e sotto il profilo della sicurezza. Non servono spot ma una presenza più assidua e costante. A Palazzo Chigi ci hanno detto che sarebbero tornati a Prato”. Ma per ora non si è più visto nessuno.
Il presidente Mariani ha ricordato che Prato è l'esempio unico in Europa di una così grande concentrazione di cinesi in una città di medie dimensioni. Ha cercato però di vedere il bicchiere mezzo pieno. La città di Prato come una opportunità per affrontare insieme e risolvere il problema della sicurezza.
Il presidente della Commissione migrazioni ha detto che “la Regione Toscana dopo la tragedia del dicembre scorso ha preso misure giuste per l'assunzione dei controllori e al tempo stesso continua il lavoro di Comune e Provincia sul territorio”. Una via corretta, a suo avviso, per risolvere il problema del territorio.