Made in Toscana/ARTICOLO

Pitti Filati: il tessile punta sull'export

Il 2011 è partito bene ma c'è timore per la recessione: crescono i costi delle materie prime

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
tessile
Quale 2012 attende il tessile italiano? A Pitti Filati, massimo appuntamento italiano per i filati da maglieria, pochi si sbilanciano. Gli artigiani di Cna Federmoda, che ieri a Firenze hanno tenuto il loro consiglio nazionale, archiviano un 2011 a due facce, col +10% del primo semestre e il più modesto +5,8% del secondo, in termini di giro d'affari.
Le aziende della filatura presenti in fiera vantano aumenti a due cifre del fatturato, dovute però anche e soprattutto all'escalation dei costi delle materie prime. "La lana è rincarata del 50%", sostiene Alfredo Botto Poala, presidente di Zegna Baruffa che ha chiuso il 2011 a quota 138,9 milioni di euro di fatturato, in crescita, e con un margine positivo: "Siamo stati inflessibili - spiega il patron biellese - nello scaricare questi aumenti sui prezzi di vendita. Per quest'anno avremo un prezzo medio più alto del 25%". Diversa la scelta della pratese Filpucci, che archivia un 2011 da 35 mln (+15%) e punta quota 38 mln: "Fissiamo i prezzi a inizio stagione, l'aumento ci sarà per l'anno che viene", dice il vicepresidente Federico Gualtieri. 

Il ritorno della maglieria fra i trend della moda conforta le aziende che a Firenze mostrano le proposte per la primavera-estate 2013,
quando si prevede che i consumatori cercheranno proposte originali e di qualità. "Oggi uno non compra per esibire - osserva Giuliano Coppini, presidente onorario di Lineapiù - ma per avere qualcosa che lo distingua, che dia emozione". E in tempi difficili per il mercato interno, vive meglio chi esporta molto: "Nel 2011 abbiamo avuto un +30% di fatturato, ripeterlo sarebbe ottimo", afferma la pratese Raffaella Pinori, la cui azienda ha una quota di export che supera il 70% dei ricavi totali. Fra i mercati esteri tornano a tirare gli Usa, "ma il Far East è il mercato su cui contiamo di più", dice Francesco Lucchesi, direttore generale della pratese Iif, e presidente del Consorzio promozione filato che sta preparando per settembre un'iniziativa a Shanghai. Proprio la Cina infatti, per la prima volta da molto tempo, comincia ad apparire come un'opportunità per l'export della filatura: "Si cominciano a vedere brand cinesi - spiega Stefano Borsini, presidente di Igea e della sezione filatura in seno all'Unione Industriale Pratese - che sono interessati a filati speciali, perché vogliono qualcosa che li distingua dai loro concorrenti sul mercato interno".