E' l'estero a trainare il settore della moda junior, secondo i dati finali dell'edizione numero 76 di Pitti Bimbo, che si è chiusa lo scorso sabato a Firenze, con buone performance da Russia, Middle East, Turchia, Gran Bretagna, Francia, Cina e dai mercati emergenti. Il numero totale dei visitatori del salone dovrebbe attestarsi sulle 10.000 presenze, di cui 7.200 unità rappresentate dai buyer, in lieve calo rispetto alle 8.000 dell'ultima edizione invernale. A diminuire è soprattutto il numero dei buyer italiani, che a questa edizione si ferma a quota 4.500. L'unico dato confortante riguarda le presenze dei compratori esteri, circa 2.700, in linea con la passata edizione.
La buona notizia è che ci sono alcuni mercati esteri particolarmente entusiasti di acquistare le collezioni per bambini Made in Italy. La performance più significativa è della Russia, la cui presenza a Firenze è cresciuta del +19%: con oltre 400 compratori si afferma come il più importante mercato di riferimento a Pitti Bimbo. Buone anche le presenze di Turchia (+16), Gran Bretagna (+10%), Francia (+8%), Olanda (+5%), Emirati Arabi (+44%), Polonia (+28%). Non solo, è quasi raddoppiato il numero dei buyer dalla Cina, mentre si registrano incrementi interessanti da Hong Kong e dalle Repubbliche dell'Asia Centrale.
"I numeri riflettono quanto si è visto a Pitti Uomo - dice Raffaello Napoleone, A.d. di Pitti Immagine - con i mercati esteri più tonici che fanno da traino ai fatturati delle aziende italiane, e con il panorama italiano che continua a soffrire". In effetti nel 2012 è stato proprio l'export a salvare il comparto dal crollo. Secondo i dati Istat elaborati da Sistema Moda Italia l'export di abbigliamento junior nell'anno appena concluso dovrebbe crescere dl +4,9%, con una quota di 870 milioni di euro. Perciò puntare sull'estero sembra la carta giusta da giocare in questo momento.