Architetto pistoiese di fama mondiale, Giovanni Michelucci è stato anche artigiano, artista, designer, urbanista, intellettuale, scrittore, inventore di città e costruttore di comunità. Ha segnato le prime esperienze del moderno con la stazione ferroviaria di Firenze nel 1932, passando per il grande momento di ripensamento disciplinare con i progetti per la ricostruzione di Firenze del secondo dopoguerra, rinnovandosi ancora con il ciclo delle architetture religiose degli anni sessanta e settanta culminato con la Chiesa dell’Autostrada, sino alla straordinaria vitalità degli ultimi progetti, quali il Giardino degli Incontri al carcere di Sollicciano a Firenze.
In occasione dell'anno di Pistoia Capitale Italiana della cultura la Fondazione Giovanni Michelucci in collaborazione con il Comune di Pistoia inaugura "Giovanni Michelucci – La costruzione della città", una grande retrospettiva ospitata fino al 21 maggio presso le Sale Affrescate del Palazzo Comunale di Pistoia, sede del Centro di Documentazione sull’opera grafica dell'artista.
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La mostra ripercorre gli aspetti più significativi dell'opera di Giovanni Michelucci attraverso una selezione di disegni, progetti, fotografie, modelli, sculture, filmati d’epoca, ma soprattutto parole. È infatti lo stesso Giovanni Michelucci che accompagna il visitatore alla scoperta del suo pensiero: citazioni e interviste echeggiano nelle sale esprimendo concetti chiave del suo essere architetto per la collettività, fautore di una cultura progettuale etica basata sul rispetto del diritto alla vita dell'uomo, con pensieri anticipatori per le epoche in cui furono espressi, ma che innegabilmente animano e costituiscono il dibattito sociale di oggi.
L’itinerario espositivo che si articola in quattro ambiti tematici propone un racconto autentico e ancora vivo: la visione della Città variabile, che cambia al mutare delle esigenze della collettività; l’idea di Cantiere come progetto sociale collettivo; le riflessioni sullo spazio comunitario, di incontro e partecipazione che si manifestano nella volontà di abbattere ogni diaframma all’interno della città; e infine la profonda relazione tra natura e architettura che si può cogliere a pieno nelle strutture ramificate ad albero.
Non mancano capolavori indiscussi come la Chiesa dell'Autostrada, immortalata negli scatti di Ugo Mulas; la Chiesa a Longarone, pensata come una doppia cavea-teatro che guarda sul paesaggio distrutto dalla tragedia del Vajont; la Chiesa pistoiese della Vergine, che si rifà alla semplicità formale dell'architettura romanica; ma anche le idee per la ricostruzione del centro storico di Firenze in seguito alle devastazioni della guerra e dell'alluvione nel 1966; gli schizzi inediti per un centro di quartiere a Sesto Fiorentino e i disegni per il memoriale a Michelangelo sulle Alpi Apuane, immaginato come innovativo centro sperimentale per la lavorazione del marmo con lo scultore Henry Moore.
Di particolare suggestione la sezione che documenta il processo creativo del “fare architettura” cogliendo suggerimenti dagli elementi naturali con disegni dal vero che ritraggono alberi, radici e animali, abbinati alla collezione di fossili e minerali raccolti da Michelucci durante le passeggiate a contatto con la natura. L’immagine di apertura della mostra è l’Arca incagliata nella roccia, disegno che Michelucci realizza nel 1987 per una cooperativa serigrafica a sostegno dei programmi di reinserimento dei detenuti. Da potente allegoria del naufragio della società e della tragedia delle vicende umane, a conclusione del percorso espositivo, l’Arca diviene un simbolo di approdo, di accoglienza e di costruzione della città.
Giovanni Michelucci. La costruzione della città
Palazzo comunale, Pistoia
25 marzo 2017 – 21 maggio 2017
Orari:
martedì-venerdì | 10.00-13.00 / 15.00-18.00
sabato, domenica e festivi | 10.00 – 18.00
Per informazioni:
www.michelucci.it
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