Il nome di Pietro da Cortona è senza dubbio sinonimo del Barocco in pittura, e non soltanto per l'attività romana dell'artista, ma anche per quanto riguarda Firenze: egli operò lungamente, a più riprese, tra il 1637 e il 1647, nel capoluogo granducale, lasciando sue tracce principalmente come frescante nelle celebri stanze di Palazzo Pitti.
Personaggio chiave della permanenza fiorentina di Pietro da Cortona fu Michelangelo Buonarroti il Giovane, proprietario della Casa Buonarroti, dove l'artista dimorò nei suoi soggiorni a Firenze, lasciandovi, per manifestare riconoscenza all'amico e generoso ospite, testimonianze importanti della sua arte, dalle quali prende le mosse questa mostra. Citiamo l'affresco Buonarroto di Lodovico è nominato conte palatino da papa Leone X (nella Stanza della Notte e del Dì) ma, soprattutto, le preziose e raffinatissime tarsie lignee: la meravigliosa Vergine col Bambino inserita sopra la mensa dell'altare della Camera degli Angioli e le sei porte a doppia anta della Galleria, splendenti di legni di vari colori e di intarsi madreperlacei. Questi pezzi faranno parte della mostra, pur rimanendo quasi tutti nelle sale secentesche del museo, che verrà così coinvolto nel percorso espositivo.
Nell'affrontare un capitolo di tutto rilievo della carriera del pittore cortonese, si esaminerà però in questo caso anche il mecenatismo di Michelangelo il Giovane, letterato di gran nome ma anche cortigiano fedele alla casata medicea.
L'evento sarà particolarmente significativo, data la sua impostazione affascinante e insolita, inesplorata, di nuova angolatura. Sarà presente in mostra una cospicua selezione di dipinti e di disegni cronologicamente pertinenti al periodo fiorentino dell'artista e provenienti da musei italiani e stranieri, tali da illustrare proprio il decennio che vide Firenze aprirsi al Barocco, e così avviarsi, nel campo dell'arte figurativa, sulle nuove strade indicate da Roma e destinate a diffondersi in tutta l'Europa.
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