Musica/ARTICOLO

Phill Reynolds il folksinger malinconico in concerto a Firenze

Venerdì 16 giugno il cantautore vicentino presenterà al Circolo Aurora il suo ultimo album 'Love and Rage'

/ Costanza Baldini
Mer 14 Giugno, 2017
Phill Reynolds

Phill Reynolds, all'anagrafe Silva Cantele, dopo più di 300 concerti alle spalle in tutta Europa e negli States, arriva a Firenze per presentare l'ultimo album "Love and Rage", uscito sulla bolognese Locomotiv Records, dieci bellissime gemme folk per amanti di Tallest Man On Earth, Weakerthans, Bon Iver, Langhorne Slim e Micah P. Hinson. L'evento promosso dalla free press fiorentina "Lungarno" è inserito nel calendario della rassegna "REAL ESTATE - Chiavi in mano e buona musica". Ecco la nostra intervista!

Ciao! Com'è successo che Silva Cantele si è trasformato in Phill Reynolds?
Buongiorno a voi! Silva Cantele è rimasto il ragazzetto di collina di un tempo; Phill Reynolds è solo una parte, per quanto preponderante, del mio carattere e della mia esigenza compositiva. Il bipolarismo attende in agguato, ad ogni modo.
 
Quali sono le tue principali fonti di ispirazione, a cosa pensi quando ti siedi con la chitarra e inizi a scrivere un nuovo pezzo?
Provenendo dalla scena punk hardcore mi è naturale cantare di tematiche legate al sociale, sebbene gli slogan mi invitino all'omicidio. Seguo la lezione di De André, di Brassens, di Bragg: politica attraverso storie quotidiane, odori, gesti. Ma mi esaltano anche affetti e frustrazioni, sogni ed incubi.  Ho una procedura creativa opposta a Nick Cave, quindi non mi siedo MAI appositamente a comporre davanti ad uno strumento. Accade di "udire" melodie che pian piano diventano brani, di vedere le mie dita indicarmi una strofa, di appuntare una frase che si incastrerà a breve su qualche accordo. Tutto però nasce dalla chitarra, mio amore da quando avevo 10 anni.
 
Il tuo primo disco solista si intitola "Love and rage" pensi che questi due sentimenti siano in qualche modo collegati? Sono uno l'antitesi dell'altro o posso anche manifestarsi insieme?
Vedo questi sentimenti come fratelli, legati indissolubilmente ma in qualche modo indipendenti e complemetari, per quanto distanti. Confesso che conosco meglio il secondo del primo, ma le mie canzoni mi aiutano a sfogare, espiare, illuminare un buio altrimenti molto pericoloso. 
 
Tanti anni fa si diceva che i dischi di Bruce Springsteeen sono fatti per gente che guida molto, si potrebbe dire lo stesso della tua musica?
Oh si. Mi è stato riferito soprattutto da diversi ascoltatori statunitensi. Non è una sfumatura che ricerco, ma trascorrendo centinaia di ore alla guida per conto mio, credo sia inevitabile, e non mi spiace affatto. La mia principale professione? l'autista! E viva Springsteen, lavoratore che ripudiò le avances di nefandezze come Reagan.
 
Cosa ci farai ascoltare a Firenze? Ti esibirai in versione solista?
Certo. Su quasi 400 concerti, ne ho suonati forse una dozzina con uno o più musicisti. Le mie canzoni nascono e si sviluppano per essere suonate da solo, gestendo grancassa e cembalino con i piedi e la melodia con le mani. Amo la fisicità della musica che propongo. E mi spiace ma la scaletta la cambio ogni santa sera, non riesco a fare altrimenti. Quindi vi aspetto, a chianti e lampredotto.

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