Gli Omosumo sono nati nel 2012. Il trio siciliano è composto dalla chitarra di Roberto Cammarata (già Waines), le linee di basso elastiche e poderose di un Antonio Di Martino, dai più conosciuto come Dimartino e Angelo Sicurella, voce graffiante e graffiata dietro alle proprie drum machine.
“Ci proveremo a non farci male” è il primo loro EP ed è composto da 4 tracce di selvaggio entusiasmo e fragile bellezza. Li si riconosce subito agli Omosumo per il potente impatto sonoro, caratterizzato da schizzate ritmiche elettroniche su linee analogiche di basso, diabolici riff di chitarra sporcati da synth acid house e un vocalist fuorioso, sublime e irraggiungibile.
Nella loro musica risuonano elettronica krauta, Led Zeppelin, linee melodiche ispirate rispettosamente al qawwali di Nusrat Fateh Ali Khan, rock acido e psichedelico fino a flash di Soulwax e Skrillex.
Durante i concerti sono soliti suonare all'interno di un enorme acquario di plastica, sorprendendo il pubblico e trascinandolo, inevitabilmente, in un'esperienza psichedelica. Restii a mostrare i loro volti. Nelle poche foto in circolazione sono fuori fuoco come nei ritratti di Ringu.
Me è il suono a fare degli Omosumo un'esperienza uditiva destinata a durare nel tempo. E il suono dell'album è forgiato da un fabbro acustico particolarissimo, quel Mario J. McNulty che ha messo mano agli Omosumo appena terminato di lavorare al recentissimo “The next day” di David Bowie: tra le tante altre collaborazioni del giovane talento newyorkese si ricordano Philip Glass (Naqoyqatsi, "The Hours", "La Belle et la Bete"), Matmos ("The Rose Has Teeth In The Mouth Of A Beast"), Angelique Kidjo (un Grammy Award vinto nel 2008 per il suo lavoro sull'album "Djin Djin") o band di riferimento per gli Omosumo come i NIN di Trent Reznor, per i quali ha forgiato il suono live della loro tournèe 2009.
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