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Oltre il bike sharing: a Firenze si condivide la batteria

Il progetto nasce all'interno del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università. Le biciclette utilizzano un sistema intelligente che permette anche di rilevare i dati dell'ambiente urbano in cui si muovono. 

/ Giulia Rafanelli
Mar 28 Marzo, 2017
Alcuni prototipi di battery sharing

Oltre il bike sharing, Firenze presenta il battery-sharing. Un progetto che permette di condividere un kit che trasforma una biciletta “tradizionale” in una biciletta a pedalata assistita che potrà essere ricarica proprio come un’auto elettrica alle apposite stazioni di ricarica una volta che queste saranno installate.

Un’idea semplice e intuitiva uscita da uno dei laboratori di ingegneria industriale dell’Ateneo fiorentino che ha messo appunto un sistema di batteria in condivisione con l’intento di farne uno strumento di promozione della mobilità sostenibile a partire dal campus di Santa Marta e poi chissà, “spingerla fino a collegare tutti i centri universitari dell’Ateno o oltre”.

Il professore Dario Vangi e il collega Maurizio De Lucia, alla guida del progetto, hanno visto nel pendolarismo dell’hinterland che giornalmente si reca in città per lavoro o per studio, un possibile pubblico cui rivolgersi nella fase più matura della loro sperimentazione che inizialmente si snoderà all’interno del campus dove saranno coinvolti circa 200 utenti tra studenti e professori.

Il kit. Il kit sarà composto da una batteria elettrica e da un piccolo motorino che l’utente già bici-munito potrà noleggiare e installare sulla sua due ruote, ricaricandola, quando necessario, ad uno delle stazioni che saranno installate. A disposizione di chi non ne possedesse una, il dipartimento ha progettato anche alcuni prototipi di bici pieghevole già predisposti con la e-battery all’interno del telaio.

Biciclette intelligenti ed eco-friendly. Tra i plus di questo progetto, la possibilità di profilare gli utenti che se ne avvantaggeranno. La batteria infatti è collegata ad una centralina ambiente che rileva i dati ambientali (Co, Co2, ecc,) e queste informazioni saranno trasmesse in real time al gestore del servizio che avrà quindi dati relativi all’ambiente urbano nel quale le biciclette circoleranno.

Oltre il bike sharing. Condividere la batteria e non il mezzo, potrebbe essere anche la soluzione ideale per superare alcune delle problematiche di “gestione” tipiche del bike-sharing: “Molti gestori -  spiega il professor Vangi – hanno avviato con successo progetti di bike sharing ma è capitato che si trovassero a dover fare i conti con mezzi lasciati fuori da quelli appositi per la riconsegna, con mezzi danneggiati, e di conseguenza, con costi di gestione e manutenzione elevati soprattutto per le bicilette elettriche. Noleggiare solo la batteria ha il vantaggio che biciletta è e resta dell’utente, il gestore dovrà occuparsi sola della batteria e al costo contenuto del kit (che nella prima fase di sperimentazione sarà distribuito gratuitamente) e dell’abbonamento al servizio di ricarica elettrica, l’utente avrà a disposizione una bicicletta a pedalata assistita che gli permetterà anche medie distanze, casa-università e casa-lavoro, senza eccessive fatiche.

Sviluppi futuri. Il team del Dipartimento di Ingegneria, dopo la prima fase di sperimentazione che dovrebbe partire nei prossimi mesi, spera di riuscire a coinvolgere le altre territoriali di Ateneo ed extra Ateneo in un programma ampio di installazione di colonnine di ricarica per le e-battery magari agganciandosi a progetti già in essere incentrati sulla ciclomobilità e sull’intermodalità.