Il sequestro degli 80 mila quintali di olio sofisticato a Siena per rilanciare la legge salva olio. Sergio Marini, Presidente Nazionale Coldiretti, ha rilanciato dall’Assemblea al Palalottomatica, che si è tenuta questa mattina a Roma, “la necessità” di approvare la norma a tutela del made in Italy, presentata a marzo e ancora in discussione al senato. Una legge di “giustizia” nei confronti del consumatore e dei produttori che consentirebbe – testuali parole – “a chi fa bene di essere premiato, e a chi fa male di andare in galera”. Una dichiarazione che ha scatenato gli applausi degli oltre mille agricoltori toscani, di tutte le province, presenti all’Assemblea. Un tema proposto parlando ampiamente dell’Italia che fa l’Italia perché “il valore aggiunto del Made in Italy per ettaro di terreno è il doppio di Germania, Francia e Spagna, ed il triplo di quella inglese”. Un primato che l’Italia, e la Toscana in particolare, tra le regioni simbolo del Made in Italy agroalimentare nel mondo, si è guadagnata grazie alla qualità delle sue produzioni e dei suoi processi produttivi, alle sue tipicità, alla salubrità delle sue produzioni e all’immagine, a quel valore immateriale ed invisibile, che il territorio ha saputo “aggiungere”. A confermarlo è l’indagine presentata da Coldiretti che evidenzia come l’agricoltura italiana sia un modello vincente nel mondo. Evidenti sono i punti di forza che spingono l’agricoltura, nel periodo di recessione più duro della sua storia recente, verso terreni economici positivi ed in controtendenza: l’agricoltura – questo il dato emerso nel primo trimestre secondo l’Istat – è l’unico settore che, nel 2012, fa segnare un aumento del Pil, il prodotto interno lordo, del 4% sul piano tendenziale.
“Il primato della nostra agricoltura è messo a dura prova dalla piaga delle falsificazioni e del danno provocato dal falso Made in Italy. A pesare sull’agricoltura – ha ribadito Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana riprendendo uno dei temi centrali dell’assise romana – è la riduzione dei prezzi pagati alle imprese agricole per effetto sello strapotere contrattuale degli altri soggetti della filiera, ma anche per la concorrenza sleale dovuta alla mancanza di trasparenza nell’informazione ai consumatori che permette di spacciare come Made in Italy prodotti importati, o peggio ancora – sottolinea - taroccati dall’interno, come hanno dimostrato i recenti casi di sofisticazione dell’olio”. E proprio la mobilitazione in difesa dell’extravergine toscano è in testa all’agenda delle battaglie di Coldiretti in Toscana.
L’organizzazione agricola ha sollecitato più controlli sulla filiera, tutta la filiera, presidi nelle aree simbolo della truffa, azioni di “dissuasione” nei confronti del consumatore invitato a non acquistare prodotti commercializzati da soggettiindagati. Saranno coinvolti anche i deputati toscani per “arrivare al più presto all’approvazione della legge presentata a marzo e ancora in discussione al senato”. In soccorso di uno dei principali prodotti della toscanità nel mondo anche la Regione Toscana che ha annunciato l’ormai imminente adozione di un piano regionale ad hoc per sostenere e difendere il prodotto Made in Tuscany e il sostegno alla legge.