Riconventire il sistema industriale verso le energie rinnovabili, lottare contro il consumo del suolo e per una politica che non sia schiava del mercato ma possa orientare l’economia verso un modello di sviluppo più attento all’ambiente e ai lavoratori. Saranno questi i temi al centro dell’intervento del sociologo e saggista Guido Viale a Novo Modo, la manifestazione culturale che dal 21 al 23 ottobre porta a Firenze intellettuali, politici ed esperti per coniugare etica, solidarietà ed economia.
Nel convegno a cui parteciperà a Novo Modo si parla di come orientare i processi economici verso impatti socialmente positivi, è davvero possibile?
È una questione di politica industriale, una parola che in Italia è diventata quasi tabù, perché si è accettato il principio che ad orientare la politica economica di questo paese sia il mercato e non il governo. I principali problemi in Italia sono il modello energetico ancora basato sui combustibili fossili, ma anche la gestione del suolo sia per quanto riguarda l’antisismica che per il dissesto idreogeolico, a cui nessuno sta prestando la minima attenzione, senza dimenticare i problemi di mobilità, visto che in Italia abbiamo le città più inquinate e congestionate d’Europa.
Questa crisi può essere l’occasione per cambiare modello economico?
Deve esserlo, perché andando avanti così la crisi è destinata ad aggravarsi, in particolare per un’economia tutto sommato marginale come quella italiana, e la dissocupazione continuerà a crescere. Un programma di transizione verso un’economia carbon free che coinvolga non solo il settore energetico ma anche quello dei trasporti, dell’edilizia e dei rifiuti, avrebbe come effetto immediato l’aumento del bisogno di manodopera a tutti i livelli di qualificazione e quindi la creazione di nuovi posti di lavoro.
Una risposta anche politica può nascere dai tantissimi comitati di cittadini attivi sul territorio?
I comitati lottano e combattono contro i dissesti a livello locale, cercando di arginare la mano libera che i governi negli anni hanno lasciato alla speculazione edilizia e al consumo del suolo, ma sono efficaci fino a un certo punto. Ci sono anche piccoli comuni molto virtuosi sia nel campo dei rifiuti che nell’arginare il consumo di suolo, ma bisogna ricordare che gli enti locali non hanno più le risorse economiche che avevano un tempo e questo ha ridotto la loro possibilità di intervenire in maniera efficace.