Clima positivo ieri al tavolo istituzionale per uno snellimento ed un riassetto complessivo di enti e livelli di governo. "Ci sono le premesse per una buona ripartenza - commenta l'assessore al bilancio e ai rapporti con gli enti locali, on. Riccardo Nencini. - L'unità di vedute ritrovata tra Regione, Anci, Uncem e Upi per il riassetto istituzionale mette la Toscana sulla via di un rilancio in termini di sobrietà e di una maggiore efficienza di tutta la macchina amministrativa”.
Dall'anno prossimo la Regione ha deciso di concentrare tutti i finanziamenti di cui oggi godono le amministrazioni che svolgono in convenzione funzioni associate sulle sole Unioni di Comuni, ovvero amministrazioni che decidono di unirsi per svolgere compiti ben precisi e che per questo si dotano di un presidente, di una giunta e di un consiglio composto dai sindaci, assessori e consiglieri dei Comuni originari. Perché piccolo può essere bello, ma grande spesso è meglio. L'obiettivo, evidente, è quello di farle crescere: con questi ed altri incentiv, convincendo le Comunità montane a trasformarsi in Unioni ed altri a seguirle sulla stessa strada. Per legge sarebbero obbligati a farlo solo le amministrazioni comunali con meno di cinquemila abitanti. Ma a trarne sicuri vantaggio da un Unione di Comune sarabbero tutti i Comuni fino a 10 mila abitanti: del resto, su 205 con questa soglia e 287 in tutta la Toscana, in più di 250 hanno già oggi esperienze associative alle spalle.
“Il passaggio condiviso dalle Comunità Montane alle Unioni dei Comuni ha il significato di rilanciare la politica per la montagna nella cornice di una riforma complessiva – spiega sempre l'assessore Nencini - Al contempo procederemo verso l'associazione tra Province (una sorta di possibile Unione per le Province, magari a livello di area vasta ndr) e alla tutela dei comuni disagiati”. “Abbiamo verificato – conclude l'assessore - che la manovra del governo, pur penalizzando fortemente gli enti locali, ci permette di mettere in atto una riforma organica del sistema istituzionale, rendendolo più snello e in grado di recuperare importanti risorse da reinvestire nello sviluppo della regione in un contesto difficilissimo".
Oggi le Unioni di Comuni in Toscana sono sette: Val di Merse, Arcipelago, Valdera, Alta Versilia, Pratomagno, Valdichiana senese, Valdarno-Valdisieve. Ma potrebbero velocemente crescere: in fondo, fino al 2008, non ce n'era neppure una. Il primo obiettivo, fin dai primi mesi del 2011, sarà la trasformazione volontaria delle tredici Comunità montane che ancora rimangono in Toscana in Unioni di Comuni.