«Un 2011 all'insegna dei toscani nel mondo» è questo l'obiettivo di Nicola Cecchi, nuovo vicepresidente vicario della Consulta dei toscani all'estero, eletto agli inizi di dicembre 2010 per rilanciare la figura della nostra regione nel mondo. Nicola Cecchi, 47 anni, avvocato e membro della commissione sui rapporti internazionali dei giovani industriali è stato eletto assieme a un altro vicepresidente, Sauro Antonelli, rappresentante dei toscani che vivono in Australia lucchese di orgine, ma che adesso vive a Melbourne. Molti sono i progetti e le iniziative in programma per aumentare l'appeal che la Regione Toscana ha nel mondo sia dal punto di vista dell'enogastronomia, dell'arte, della cultura che proprio del way of life.
Intanto già nel vecchio continente e nel resto del mondo si sta lavorando alla costituzione di nuove associazioni di toscani all'estero. A breve nasceranno nuovi organi a Berlino, all'Havana, a Montecarlo e nell'Haute Savoie. Tutte grazie a toscani che vi abitano e che hanno deciso, per mantenere uno stretto contatto con la loro terra, di unirsi in associazione. Una prima idea, che è sempre in una “fase embroniale” come ha sottolineato il vicepresidente Vicario Nicola Cecchi è il “Friend of Tuscany”. Un premio che vedrà sul palco personaggi famosi come Sting con il suo studio di registrazione nella sua villa di Figline, o la scrittrice Frances Mayes autrice di “Under the Tuscany Sun” o il mastro Mitoraj che di Carrara ha fatto la sua seconda casa.
«Un riconoscimento – spiega il vicepresidente Cecchi – che vuole unire i grandi personaggi che hanno scelto la nostra regione per lavorare, rifugiarsi o vivere, ma soprattutto per rendere protagonisti le associazioni e tutte quelle persone che vivono e lavorano e tramandano le nostre tradizioni e le nostre eccellenze». L'altra è la creazione di una “Tuscany Card” da dare a tutti i toscani. Una tessera che darà diritto a benefici sconti e promozioni sia livello di musei, mostre ed altri eventi culturali che per pernottamenti e trasporti urbani.
Fonte: Corriere Fiorentino
Articolo di Rebecca Romoli