Salute/ARTICOLO

Nanorobot per operare una sola cellula

Chirurgia robotica, la rivoluzione è già partita. Ecco cosa ci aspetta in futuro

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
nanotech
Microrobot in grado di raggiungere una singola cellula per poterla curare senza sradicare alcun organo: per ora si tratta solo di uno dei sogni sulla lista di Pier Cristoforo Giulianotti, pioniere della chirurgia robotica, intervenuto sabato al V Forum Risk Management in Sanità di Arezzo, ma la rivoluzione è già cominciata. E' già realtà una macchina articolabile come una mano di pochi millimetri, nella quale onde a radiofrequenza che passano tra le sue branche, permettono di tagliare i tessuti senza fuoriuscita di sangue, al contrario di quanto succederebbe eseguendo un intervento tradizionale. In fase di progetto, invece, un nuovo robot, molto meno ingombrante dell'attuale piattaforma, con un solo braccio da cui si estendono i diversi strumenti. Per questo – spiega Giulianotti - non è necessario ampliare la grandezza delle sale operatorie ma adeguarle alla nuova tipologia di interventi. ''Internet è stata una rivoluzione globale e rappresenta ormai una rete universale del sapere - ha concluso Giulianotti - allo stesso modo il sogno di una cultura universale deve essere trasferito alla medicina, che è patrimonio del mondo intero''.

Partito da Grosseto, Giulianotti è giunto tre anni fa a Chicago, dove dirige il reparto di chirurgia generale e robotica dell'Università dell'Illinois, la più prestigiosa struttura mondiale in fatto di chirurgia robotica.

''Tutte le specialità sono e dovrebbero essere potenzialmente coinvolte da questa rivoluzione - ha spiegato Giulianotti, che è anche ''una rivoluzione del modo stesso di pensare l'intervento chirurgico e il rapporto medico-paziente''. Attraverso questo tipo di tecniche si possono eseguire in maniera mini-invasiva interventi molto complessi come l'asportazione del pancreas o del fegato, riducendo al minimo le cicatrici. Il professore ha quindi affrontato il nodo dei costi di queste piattaforme, certamente elevati anche a causa della loro indispensabile manutenzione, spiegando però come questi stessi costi possano essere facilmente diluiti nell'anno in un numero elevato di interventi e invitando gli amministratori pubblici a non sottoutilizzarle.