Il piano di ristrutturazione del Monte dei Paschi è pronto a volare verso Bruxelles. I dettagli della ripartenza della banca sono stati tutti concordati tra l'Italia e l'Europa. Nel pacchetto ci sono il piano di ricapitalizzazione fino a 3 miliardi per restituirne 4,07 di aiuti pubblici, la lettera della vigilanza creditizia sulla sua fattibilità, un'altra lettera del Tesoro che garantisce la riprivatizzazione entro cinque anni nel caso che l'aumento non funzioni e la banca venga nazionalizzata.
L'ad Fabrizio Viola preme affinché non ci siano ritardi nella tabella di marcia che intende mantenere: convocazione dell'assemblea entro fine novembre, adunata dei soci dopo Natale, inizio dell'aumento di capitale da gennaio. Non la pensa allo stesso modo il primo socio dell'istituto bancario, Fondazione Mps, che vuole frenare i propositi di Viola. Inoltre è in corso un tira e molla Roma-Bruxelles che rischia di far saltare tutto.
Nella sostanza la fondazione detiene il 33% delle quote e si è impegnata a venderne un terzo per rimborsare debiti da 350 milioni con 11 istituti. Mps prova ad interessare gli investitori istituzionali per la sottoscrizione dei diritti, ma al momento i fondi preferiscono stare alla finestra perché, appena scattera l'aumento di capitale, ci sarà il crollo dei prezzi.
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Mps, piano di ristrutturazione Pronto per ottenere l'ok europeo
I dettagli sono stati concordati tra l'Italia e l'Europa, ma i fondi di investimento snobbano il titolo

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