La Fondazione Montepaschi prende tempo dopo che Bruxelles ha approvato il piano di riassetto della banca. Sono allo studio le mosse da fare in vista dell'assemblea decisiva del 27 dicembre sull'aumento di capitale da 3 miliardi. Il rallentamento trova un appiglio nella dichiarazione di un portavoce di Almunia, commissario europeo alla concorrenza, secondo la quale la ricapitalizzazione Mps “è da fare entro la fine del 2014”. Dunque con un anno di tempo e non, come provano a fare i vertici della banca, in un paio di mesi.
La fondazione rimane il primo azionista di Mps con il suo pacchetto azionario pari al 33,5%. E cerca tutto il tempo necessario per trovare i compratori e ripagare i debiti per 350 milioni di euro. La partita, infatti, si gioca su questo aspetto. Le mosse poco trasparenti degli anni scorsi da parte del vecchio management Mps hanno messo in seria difficoltà l'ente presieduto da Antonella Mansi che ora potrebbe finire in bancarotta se l'aumento partisse senza che si riesca a ripianare il buco di bilancio.
L'organo della fondazione, dice una nota diffusa alla stampa, “resta determinato a lavorare per la messa in sicurezza dell'ente, la salvaguardia del proprio patrimonio e, non ultimo, la tutela del proprio ruolo nel territorio; nel contempo ribadisce l'impegno a continuare ad accompagnare la Banca, ove possibile, nel suo percorso di rilancio, senza rinunciare al proprio ruolo di azionista storica”. Come dire: siamo e resteremo i soci più importanti del Monte dei Paschi.
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Mps, la Fondazione non molla"Siamo e resteremo soci"
Dopo il via libera al piano di riassetto da parte di Bruxelles, l'ente guidato da Antonella Mansi prende tempo e chiarisce di non voler "rinunciare al proprio ruolo di azionista storico"

Fondazione Mps deputazione