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Moda fra analogie e dissonanze

Dal 13 gennaio al 31 marzo la nuova selezione espositiva della Galleria del Costume

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Moda fra analogie e dissonanze
La nuova selezione espositiva della Galleria del Costume è, come la definisce Cristina Acidini, "una mostra a lungo termine", in occasione della quale abiti e accessori all'interno delle vetrine vengono sostituiti da altri estratti dai Depositi.
Quest'anno è dedicata al tema: Moda fra analogie e dissonanze. "La 'rotazione' è giocata - scrive ancora Cristina Acidini - sulla duplice polarità della analogia e della dissonanza, valorizzando quindi i punti di contatto fra la moda del passato e la moda del Novecento polifonico e rievocativo". Infatti, accantonato per questa volta il tradizionale ordine cronologico, gli abiti e gli accessori esposti vengono accostati per affinità di forma oppure per contrapposizione, di modo che attraversando le sale della Galleria si può assistere alla definizione di una foggia e al suo contrario.

Si scoprono così affinità fra esemplari di epoche diverse, compresi fra il XVIII secolo ed oggi, dovute a revival di gusti e stili del passato, oppure creati in circostanze storico-sociali analoghe che hanno portato alla scelta di determinati modelli, spesso appartenenti ad un passato ancor più remoto. Incontriamo, ad esempio, un complesso e articolato abito di Ferrè che fronteggia un'andrienne del XVIII secolo, come pure un secondo Ferrè, molto più lineare, viene posto a confronto con un abito stile Impero. In virtù della linea fluida modellata dal plissè, capi anni Cinquanta e Settanta del Novecento vengono invece accostati a due statuari Fortuny. L'esposizione pone in evidenza come i diversi tagli dell'abito femminile sottopongano l'immagine del corpo a continue metamorfosi, alterandone le dimensioni, espandendo artificiosamente una parte della figura come i fianchi, la vita e le spalle, o al contrario, lasciando scivolare le vesti fluide lungo il corpo, oppure infine, esaltandone le forme naturali attraverso l'aderenza dei tessuti.

Le forme espanse, che richiedono grandi quantità di tessuti e decori pregiati, si manifestano in periodi di stabilità e progresso anche nelle loro riapparizioni più recenti, come le ampie gonne sostenute da sottostrutture adeguate, si ritrovano, oltre che nel Settecento e alla metà dell'Ottocento, negli anni Cinquanta del Novecento, a testimoniare la volontà di ripresa economica dopo la seconda guerra mondiale. Pellicce e piume costituiscono un altro ambito privilegiato per attingere ispirazione; con la loro voluminosità contribuiscono infatti a modificare l'immagine della donna, donandole capacità di soffici seduzioni o grinta aggressiva.

L'allestimento di una sala ci ricorda come fonte di ispirazione per i capi femminili sia l'abbigliamento maschile, divenuto più monotono nel corso dell'Ottocento, ma pur sempre autorevole, dal cui completo in tre pezzi nasce il tailleur femminile elegante e sportivo. Si è infine mirato ad estendere questa vivace alternanza di analogie e dissonanze anche al rapporto fra i capi di abbigliamento e l'arredo artistico, nello specifico i dipinti, generosamente concessi in prestito dalla Galleria d'arte moderna.