Le è capitato due volte, in Pulp Fiction e in Henry & June, di recitare a fianco di Uma Thurman, una donna forte, dura, risoluta. Lei sembra essere a volte l'esatto opposto, cioè dolce, fragile, indifesa. Qual è il suo rapporto con Uma?
Ciò che è più bello nel mestiere di attrice è proprio di poter alternare dei ruoli con caratteristiche differenti. In Pulp Fiction, è vero, ero un personaggio fragile un po' spaesato e Uma una donna forte. Ciò nonostante, nel film che abbiamo girato insieme prima, Henry and June, lei interpretava un personaggio ben più fragile del mio, Anais Nin. Ma in tutte e due i casi sono stata entusiasta di lavorare con Uma. E' una meravigliosa attrice e una donna brillante.
Lei ha interpretato molti personaggi, molto diversi tra loro. A quale sente di somigliare di più?
Cerco sempre un punto d'identificazione con i miei personaggi, che difendo. Ma è raro che somigli totalmente a un personaggio. Questo non sarebbe più un lavoro d'attrice, ma un documentario. D'altra parte noi stessi cambiamo molto nel corso della nostra vita. Essere attore vuol dire sviluppare una coscienza acuta dei questi cambiamenti e accettare le molteplici maschere che portiamo in noi.
Si sente più regista o più attrice?
Tutte e due le cose. Ho cominciato la mia carriera di attrice molto presto, a 15 anni e ho anche fatto i miei primi film verso i 20 anni. Sono due attività che ho sempre condotto parallelemante. Ma da quando ho cominciato a dirigere film, ho apprezzato ancora di più il lavoro di attrice per altri registi.
Qual è il film che non ha ancora interpretato e che vorrebbe interpretare?
Non lo so! Ho avuto molto fortuna nel corso della mia carriera, ho incotnrato artisti meravigliosi e ogni volta è stata un'occasione insperata, dei piccoli miracoli. Dunque non faccio dei progetti, non formulo desideri, provo soltanto ad essere attenta a quello che si presenta sul mio cammino.
Nella sua carriera le è capitato di lavorare con artisti italiani, come Stefano Accorsi, Alessandro Gassman, Maurizio Nichetti. Qual è il suo rapporto con il cinema italiano, e con l'Italia?
Sono sempre stata entusiasta di lavorare per il cinema italiano, che ammiro da sempre. Ne Il resto di niente, Antonietta de Lillo mi ha offerto uno dei più bei personagi della mia vita, Leonora Fonseca Pimentel. E ho appreso molto sulla città di Napoli. Conservo un ricordo molto buono e delle amicizie molto care di tutte le mie esperienze cinematografiche italiane. E certamente anche gli attori sono meravigliosi. Stefano Accorsi ha fatto un lavoro notevole in Capitani d'Aprile, il mio film sulla Rivoluzione dei garofani in Portogallo. Il pubblico portoghese ha completamente dimenticato che era italiano.
Lei è portoghese, si è formata in Francia e ha lavorato molto negli Stati Uniti. Si sente cittadina del mondo? Qual è la sua patria oggi?
Penso spesso a un frase di Fernando Pessoa: la mia patria è la mia lingua. Effettivamente, credo più alle cultura che alle frontiere. Amo la diversità, lavorare in diverse lingue, incontare personalità differenti.
Lei sarà è qui a Firenze per ricevere il Premio Gilda del Festival Internazionale di Cinema e Donne. Sente di poter essere un esempio per altre donne, per l'affermazione della propria personalità, nel cinema come in altri campi della vita?
E' per me un grande onore ricevere il Premio Gilda a Firenze. Per molto tempo ho pensato che la generazione di mia madre avesse conquistato una volta per tutte l'uguaglianza dei diritti tra donne e uomini. Sfortunatamente, la storia ha provato che non era così. Molto cammino resta ancora da fare e certi paesi stanno perfino regredendo nel campo dei diritti delle donne. Il disequilibrio resta percepibile anche in campo cinematografico. Per cui il lavoro di Festival come quello di Firenze mi sembra molto importante.
Dopo la sua bella interpretazione in "Pollo alle prugne", quale sarà il suo prossimo film?
Ho lavorato molto dopo il bel flm di Marjane Satrapi. Come attrice ho tra l'altro recitato in Je en suis pas mort, di Mehdi Ben Attia, un regista tunisino residente in Francia. E' un gran bel film sul tema dell'identità. Inoltre ho realizzato un lungometraggio documentario sul lavoro della Commissione Amnistia e Rieducazione in Brasile, che porta alla luce la stora straordinaria di una famiglia brasiliana esiliata a Roma. Ho inoltre appena terminato il mio terzo disco in qualità di cantante, dove presento per la prima volta il meglio delle canzoni che io stessa ho composto e scritto: Pàjaros Eternos.