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Mafia: 34 ragazzi nei campi Arci

Il progetto si chiama "Liberarci dalle spine" e ha come base Corleone

/ Samuele Bartolini
Mar 10 Dicembre, 2013
campi-antimafia
E’ come un fiume carsico della legalità: silenzioso, nascosto, ma c’è e si muove. Sono 34 ragazzi toscani, perlopiù ragazze e molte di loro minorenni, che partecipano dal 13 al 20 agosto ai campi estivi antimafia in Sicilia. Sono organizzati da Arci Toscana, in collaborazione con Cgil e associazione Libera. La Regione paga il viaggio di andata e ritorno.

Il progetto si chiama “Liberarci dalle spine” e va avanti da otto anni. I volontari hanno come base Corleone e una delle case che abitano è stata confiscata proprio ai nipoti di Totò Riina, il capo di Cosa Nostra ora in carcere. Non si può certo dire che questi giovani siano andati in Sicilia a divertirsi. Aiutano la cooperativa “Lavoro e non solo” che ha in gestione alcuni ettari di terra confiscati a Cosa Nostra. Si svegliano all’alba, partecipano a laboratori di formazione e raccolgono i pomodori nei campi.

Maurizio Pascucci, coordinatore di Arci Toscana nei campi di lavoro, è uno tra i fondatori del progetto “Liberarci dalle spine” e racconta al Corriere Fiorentino: “La cooperativa ‘Lavoro e non solo’ non ha mai ricevuto aggressioni mafiose, ma vive in un profondo stato di isolamento ed è ciò che accadeva nei primi anni anche per i volontari nei campi. Per fortuna le cose sono cambiate: c’è un’accoglienza diversa, le partite di calcetto con i ragazzi del posto sono ormai all’ordine del giorno, percepiamo che questo cambiamento è desiderato. Certo – chiude Pascucci - non tutto si manifesta con l’adesione dei corleonesi ai nostri progetti, ma si sente che il clima è cambiato”.