Musica/ARTICOLO

L’uomo che vive nei boschi: intervista a Wrongonyou

Sabato 3 dicembre arriva in concerto al Glue Alternative Concept Space di Firenze uno degli astri nascenti della musica folk italiana

/ Costanza Baldini
Mer 30 Novembre, 2016
Wrongonyou

Marco Zitelli, giovane musicista romano, classe 1990 in arte Wrongonyou è ormai considerato il Bon Iver italiano. Innamoratosi del folk e di tutta la discografia di artisti quali John Frusciante e Justin Vernon, comincia a scrivere brani intorno al 2013 ed a pubblicarli sul suo profilo soundcloud, i brani arrivano all’orecchio del professore di Sound Technology dell’Università di Oxford il quale lo invita a registrare quattro brani nei recording studios dell’università, gli stessi dove nel ’91 gli Shinding, oggi conosciuti come Radiohead, registrarono Manic Hedgehog. Con il suo primo demo “Hands” ha ricevuto molti consensi e ha già alle spalle oltre 100 concerti anche oltre confine. Wrongonyou si è già esibito in diversi festival europei (tra cui il Bime di Bilbao, l’Eurosonic di Groningen), a Parigi (7 maggio Fête de l’Europe à Paris), a Bruxelles (21 maggio Botanique), a Clermont Ferrand (3 giugno Europavox). Il suo primo EP ufficiale pubblicato da Carosello Records e si intitola "The Mountain Man".

Prima di diventare wrongonyou quali sono state le tue esperienze?
Ho fatto un tour in America come chitarrista con un gruppo funky, facevamo le cover di James Brown. Prima ancora ero in una cover band dei Red Hot Chili Peppers, perché sono il primo fan al mondo di John Frusciante, primo per quantità di amore, nel senso che io lo amo più di tutti. Poi da due anni ho iniziato a tirare fuori la voce, ho visto che piace e ho capito che mi piace cantare.

Wrongonyou come mai questo nome?
Inizialmente era solo per il gusto, calcolando che in inglese è un’espressione grammaticalmente sbagliata, dovrebbe essere ‘worng about you’. Quello che mi piaceva è che è un nome a doppio senso, se io lo dico a te l’errore diventa tuo, se tu lo dici a me è mio. Insomma un po’ uno scaricabarile, una cosa molto italiana (ride).

Il titolo del tuo primo Ep è “The Mountain Man”, guardando i tuoi bellissimi video ho come l’impressione che tu abbia un forte legame con la natura e che proprio la natura sia la tua principale fonte di ispirazione, è così?
Assolutamente, la natura è il posto dove con più facilità ritrovo me stesso a differenza delle grandi città come Roma e Milano. Il mio studio, dove compongo è il bosco. Sto soffrendo un po’ in questo periodo perché sono sempre in giro a fare promozione per il disco e ho poco tempo per andare nel bosco, arrivo a casa esausto.

Hai girato il video di Killer nei monti della Lessinia da cui viene anche un altro bellissimo progetto folk italiano: i C+C Maxigross. Insomma sembra proprio che su quei monti ci sia qualcosa di magico…
E’ un posto fantastico, il ponte di roccia naturale è qualcosa di pazzesco. E’ davvero un luogo magico dove all’improvviso dal nulla compaiono cascatelle d’acqua e c’è un silenzio assoluto che viene interrotto solo dai suoni della natura. Killer è stato girato in parte lì, in parte a Roma. Quello che mi interessava era mettere in risalto le due personalità del killer, il lato umano quando abita nella foresta, tranquillo e il lato oscuro con i fumi colorati in cui si perde ed esce il mostro.

Sembri un perfetto rappresentante del movimento Hipster, subisci il fascino delle mode oppure non te ne frega niente?
(Ride) Mah guarda sinceramente me ne sbatto altamente, la barba ce l’ho da quando ho superato la pubertà, non seguo mode.

Ormai vieni considerato il Bon Iver italiano, quali sono i gruppi che ti piacciono di più? La tua musica non assomiglia a niente della tradizione musicale italiana…
Da una parte fortunatamente, dall’altra questo rende un po’ più difficile far uscire la mia musica in Italia. Allo stesso tempo in realtà c’è qualche legame con la musica italiana, per esempio se prendi le canzoni in LA minore di Battisti e ci metti sopra un testo di Bon Iver esce qualcosa di assurdamente bello.

Mi stai dicendo che Bon Iver ha copiato Battisti?
Diciamo che l’ha preceduto non vorrei azzardarmi (ride). A me Battisti e Rino Gaetano piacciono molto. Degli stranieri ovviamente Bon Iver, Sufjan Stevens, Elliot Smith e ultimamente mi sto appassionando un po’ all’hip-hop americano come Post Malone e sono andato in fissa con Kanye West, anche per questo uso il vocoder.

Un’ultima domanda marzulliana, cos’è per te la musica? Se la dovessi immaginare come un’immagine fisica
(Ride) Ma che domanda è questa? Quando canto, non sapendo le note e facendo tutto a orecchio immagino i suoni come linee di colori che si muovono a seconda di com’è il suono. Al momento la musica è anche la mia sopravvivenza oltre che la mia passione. Ho un po’ paura della data a Firenze perché è la prima volta che ci vengo a suonare

Stai tranquillo, sei in buone mani!

Ingresso gratuito con tessera del locale

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