Manca ancora un po' di tempo per incoronare il vincitore de 'I luoghi del Cuore', iniziativa promossa dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) che si chiude il prossimo 30 novembre, con l'obiettivo di salvaguardare il grande patrimonio italiano, siti speciali che versano in stato di degrado o di abbandono e che possono dunque essere 'salvati' con interventi diretti rispettivamente da 50 mila euro per il primo classificato e 40 e 30 mila per il resto del podio. Somme che serviranno per il restauro e l'adeguamento dei siti storico-artistici.
Ad oggi, a due mesi dall'apertura dell'iniziativa 2018, sono oltre 300.000 voti raccolti per più di 20.000 “luoghi del cuore”, tanti di questi si trovano anche in Toscana. Ai primi posti della classifica provvisoria troviamo infatti la Chiesa di San Francesco a Pisa, un grandioso edificio del XIII secolo dove fu approvata nel 1263 la Legenda Maior, la biografia di San Francesco scritta da San Bonaventura. Per la chiesa hanno lavorato alcuni tra i più importanti pittori italiani tra il XIII e il XIV secolo, quali Giunta Pisano, Cimabue, Giotto, Taddeo Gaddi, Spinello Aretino. Proprietà dello Stato, la chiesa è inagibile da due anni perché il tetto sta crollando.
Chiesa di San Francesco a Pisa
Tra i più votati c'è poi anche il Castello e parco di Sammezzano a Reggello: tenuta di caccia in epoca medicea, nel 1605 la proprietà venne acquistata dagli Ximenes D’Aragona a cui si deve la 'veste attuale' che richiama ai capolavori architettonici di arte moresca, trasformando in particolare 13 sale del primo piano in sogni decorativi e arricchendo il parco con numerose specie arboree. Oggi il complesso - tramontato il progetto della Sammezzano Castel srl di farne un grandioso resort - è all'asta.
Castello di Sammezzano
Set di film tra cui Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone, il castello di Sammezzano ha vinto nel 2016 l’ottava edizione de “I Luoghi del Cuore”. Data l’assenza di un proprietario e l’impossibilità di determinare i progetti futuri per il bene, il FAI ha congelato l’erogazione del contributo di 50mila euro spettante al vincitore del censimento.
Un bene toscano molto votato e amato sono anche le Gualchiere di Remole a Bagno a Ripoli, sul corso dell’Arno. Importante opificio medievale sorto intorno al 1300 per volontà della famiglia fiorentina degli Albizi, divenne dal 1541 proprietà dell’Arte della Lana, che qui follava i suoi panni venduti in tutta Europa. Di fatto un piccolo borgo murato, per proteggere i macchinari, era strutturato in modo da sfruttare al massimo la forza motrice generata dalle acque del fiume, usata per trattare i panni di lana. Fu con gli introiti della vendita dei panni di Remole che vennero finanziate opere come la cupola del Brunelleschi e il David di Michelangelo. Pur essendo considerato uno dei maggiori esempi di archeologia pre-industriale d’Europa, lo stato attuale delle gualchiere è di totale degrado, con crolli in diverse parti e aree completamente inagibili.
Gualchiere di Remole
In provincia di Pisa si trova un altro luogo segnalato da numerosi cittadini, la Rocca di Ripafratta a San Giuliano Terme. Fondata nell’XI secolo dalla consorteria dei nobili Da Ripafratta, feudatari lucchesi, la rocca è entrata progressivamente nell’orbita della Repubblica di Pisa, che ne acquisì il possesso e la fortificò nel XII-XIII secolo, affiancandole due poderose torri di avvistamento sui colli circostanti. Con il dominio fiorentino sul territorio pisano, nel 1504 la rocca venne ristrutturata da Giuliano da Sangallo, per renderla adatta alle nuove esigenze belliche dettate dalle armi da fuoco. Con la “pacificazione” fiorentina, la rocca venne abbandonata nel primo Seicento.
Rocca di Ripafratta
Numerosi voti stanno giungendo al FAI anche per la Pieve di San Pietro a Sillano a Greve in Chianti, per l'ex Stazione di Fornello a Vicchio e la Chiesa di San Donato in Greti a Vinci, ai piedi del Montalbano.Infine, grande sostegno stanno ottenendo le Marginette a Capannoli, i tabernacoli votivi collocati agli angoli delle strade o lungo le vie di campagnache caratterizzano Capannoli, comune di 6.400 abitanti nell’entroterra pisano.