E' cominciato il percorso di attuazione dell'accordo per la riconversione della Lucchini di Piombino. Alcuni incontri tra Roma e Firenze daranno il via alla cabina di regìa per dare sostanza all'intesa. Lo spiraglio di luce aperto dal finanziamento da 252 milioni messo nero su bianco dal presidente del Consiglio Renzi, non scioglie i tanti dubbi che stanno sorgendo, in particolare sulle bonifiche e sulla bretella di collegamento al porto di Piombino.
Per quanto riguarda le bonifiche, il governo ha stanziato 50 milioni dal Fondo sviluppo e coesione per la messa in sicurezza della falda. Altri 10 milioni sono stati messi a disposizione per le aree demaniali dismesse. Ma i soldi che servono per le operazioni di bonifica – si è sempre detto a Piombino - ammonterebbero a 300 milioni di euro.
Chi ha firmato a Roma dice che la partita è ancora tutta da giocare. Che si tratta di riempire di contenuti un accordo che fa solo da cornice, ma non entra nei dettagli. Se i 300 milioni non sono una favola, mancherebbero all'appello 240 milioni.
Un altro punto che desta perplessità è la “bretella 398 di collegamento dell'autostrada A12 Tirrenica al porto di Piombino – lotto Gagno-Montegemoli”. Gli osservatori segnalano che la dicitura dell'accordo lascia la 398 agganciata al progetto Sat, con la variante Aurelia che diventa autostrada a pagamento. Per il progetto complessivo, dunque, ci vogliono 70 milioni di euro, ma nell'intesa non ce n'è traccia.
E poi ancora non si sa nulla di come verranno impiegati gli operai nello smantellamento e riconversione delle fabbriche Lucchini. Così come della formazione e della gestione degli ammortizzatori sociali. Forse è troppo presto. Forse il ponte di Pasqua-25 aprile-1 maggio ha rallentato i tempi. Di fatto l'accordo c'è, molte caselle per dare una speranza di futuro ai 3mila lavoratori della galassia Lucchini, però, vanno ancora riempite.