Salute/ARTICOLO

Lucca sarà città cardioprotetta Arrivano i defibrillatori

Sono dodici, semiautomatici  e saranno installati nel centro storico della città delle Mura

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Cuore_checkup
Il primo dei 12 defibrillatori è stato installato.  E' ufficialmente partito concretamente il progetto di Lucca città “cardioprotetta” se per città si intende -  almeno in questa prima fase -  il centro storico compreso dentro la cerchia urbana. Con la presentazione del primo totem che contiene il defibrillatore, posizionato in piazza Napoleone proprio accanto all’ingresso dell’Istituto d’arte “Passaglia”, entra nel vivo, quindi, il progetto denominato “Il cuore batte per Lucca” dell’Associazione Mirco Ungaretti Onlus che coltiva il sogno di far diventare la città, oltre che una città a misura d’uomo, uno dei primi centri europei cardioprotetti grazie ad una rete di defibrillatori semiautomatici, almeno 12, installati in luoghi strategici del centro.

Questa iniziativa si andrà ad integrare con il sistema di emergenza territoriale 118, i cui mezzi dispongono tutti di un equipaggio sanitario con defibrillatore, in modo tale da assicurare un’idonea copertura. In questi anni l’Azienda USL 2 di Lucca si è occupata della formazione su questi aspetti – oltre che del personale sanitario – di soggetti appartenenti a enti locali, operatori di strutture sportive e grandi aziende, case di riposo, rappresentanti delle Forze dell’ordine. Il progetto dell’Associazione Ungaretti si propone di far crescere ulteriormente nella popolazione la conoscenza e la consapevolezza dell’importanza di questo strumento, che dovrebbe diventare sempre più di uso comune.

I defibrillatori Quelli del progetto in questione sono i cosiddetti DAE (defibrillatori semiautomatici da esterno, legge 69 del 15 marzo 2004), inseriti all’interno di appositi totem tele-assistiti e allarmati. Si tratta di colonnine di colore verde contrassegnate da appositi cartelli indicano la presenza del prezioso apparecchio salvavita. Il defibrillatore è l’unico in grado di convertire con una scarica elettrica un’aritmia maligna che ogni anno, soltanto in Italia, miete oltre 76.000 vittime per arresto cardiaco. Nell’80% dei casi l’arresto è preceduto da un ritmo defibrillabile e nel 60% dei casi l’evento avviene in luogo pubblico. E’ per questo motivo che un celere intervento entro i 5 minuti dall’arresto cardiaco, in attesa dei soccorsi avanzati, un defibrillatore può fare la differenza tra la vita e la morte. Esperienze già sperimentate in altri Paesi hanno già dimostrato che con una formazione adatta anche a personale non sanitario, correttamente istruito, è in grado di eseguire manovre salvavita in attesa dell’intervento del soccorso sanitario. Ciò consente di ridurre al minimo i tempi d’intervento in caso di arresto cardiaco con aumento proporzionale delle possibilità di recupero del paziente (Legge 120 aprile 2001 e legge 69 del 15 marzo 2004). Coloro che da tempo hanno già reso operativo questo sistema ne documentano l’efficacia.

 I defibrillatori, dotati si sistema Gprs e videocontrollo, saranno direttamente collegati e monitorati dalla centrale operativa del 118 per una rapida localizzazione e per il pronto intervento. Quella che la onlus Ungaretti ha ribattezzato la “mappa della vita” prevede, al momento, la seguente distribuzione delle apparecchiature che, comunque, in corso d’opera potrebbe vedere qualche variazione.