Ambiente/ARTICOLO

L’impegno di Legambiente per il referendum

Un contributo della onlus sul nucleare

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Legambiente
Come dimostrano la tragedia giapponese di Fukushima e il disastro di Cernobyl, non esiste tecnologia che possa escludere il rischio di gravi incidenti con fuoriuscita di radioattività. Un impianto nucleare emette radioattività anche senza incidenti e per questo i bambini che abitano vicino alle centrali corrono maggiori rischi di contrarre la leucemia. Le scorie sono molto pericolose, restano radioattive per decine di migliaia di anni e non esiste al mondo un deposito definitivo per smaltirle in sicurezza.
Una centrale in costruzione produce 3.000 posti di lavoro, che si riducono a 300 nella fase di esercizio, mentre in soli 10 anni la Germania può vantare 350.000 addetti nel settore delle rinnovabili, e in Italia al 2020 con le fonti pulite si potrebbero creare almeno 200mila posti di lavoro.
Grazie alla legge 99 approvata nel 2009, il Governo italiano attuale ha reintrodotto la possibilità del nucleare e può anche usare l’esercito per imporre al territorio la costruzione delle centrali nucleari, con inevitabili conflitti istituzionali e sociali. Il referendum che ne chiede l’abrogazione rappresenta un’opportunità imperdibile perché l’Italia - che tra i paesi industrializzati è stato il primo ad uscire dall’atomo -non torni indietro proprio ora.
La privatizzazione dei servizi idrici che in parte è già avvenuta nel nostro Paese ha mostrato chiaramente il proprio fallimento. Semplicemente perché, la qualità dell’acqua è peggiorata, i consumi sono aumentati e le bollette sono più care. Inoltre anche nel nostro Paese purtroppo abbiamo iniziato ad assistere a casi nei quali perché morose, le persone si sono viste “tagliare l’acqua”. L’acqua è un bene comune e la sua gestione, rigorosa e trasparente, deve rispondere a criteri di utilità pubblica, ponendo al centro dell’attenzione la corretta gestione di una risorsa vitale per tutti, che non deve sottostare a criteri mercantili e non possono essere accettate norme che obbligano la privatizzazione del servizio idrico, come quelle del “Decreto Ronchi” e del “Decreto sulla delega ambientale”, oggi sottoposte dai cittadini a referendum abrogativo.
La presenza di Legambiente a Terra Futura sarà anche quest’anno molto forte e ricca di appuntamenti che saranno tesi a giocare queste scommesse, raggiungere il quorum e far vincere i sì!

A cura di Legambiente