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Legislativo-Esecutivo: il nuovo equilibrio dei poteri previsto dalla riforma

I cambiamenti nel rapporto tra Parlamento e Governo, l'elezione del Presidente della Repubblica e della Corte Costituzionale

/ Redazione
Mar 29 Novembre, 2016

Ecco i principali cambiamenti nel rapporto tra Governo e Parlamento previsti dalla riforma costituzionale. Saranno solo i deputati della Camera a votare la fiducia al Governo. Per quanto riguarda l’iniziativa legislativa del Governo adesso può emanare decreti-legge in casi straordinari di necessità e urgenza (che devono essere convertiti in legge entro 60 giorni dal Parlamento), oppure decreti legislativi su delega del Parlamento.

Con la riforma invece i decreti-legge per essere convertiti dovranno essere presentati prima alla Camera (anche su materie su cui la competenza legislativa è anche del Senato) e non potranno riguradare alcune materie come l’approvazione di bilanci e consuntivi, l’autorizzazione a certificare trattati internazionali, leggi costituzionali ed elettorali. Viene introdotta la novità del voto a data certa: il Governo può chiedere alla Camera di esaminare in via prioritaria un disegno di legge (indicato come essenziale per attuare il programma di Governo) che dovrà essere votato in via definitiva entro 70 giorni (prorogabili di altri 15 giorni al massimo).

Cambia anche l’elezione del Presidente della Repubblica, che sarà ancora fatta in seduta comune di Camera e Sentato ma con un quorum diverso. Adesso serve per i primi tre scrutini la maggioranza dei 2/3 dei componenti e dal quarto in poi basta la maggioranza assoluta. La riforma prevede invece la maggioranza dei 2/3 dei componenti nei primi tre scrutini, quella dei 3/5 dei componenti dal quarto e dei 3/5 dei votanti dal settimo.

La Corte Costituzionale non sarà più nominata in seduta comune da Camera e Senato: i 15 giudici costituzionali saranno nominati per 1/3 dal Presidente della Repubblica, per 1/3 dalle supreme magistrature, 3 dalla Camera e 2 dal Senato.