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Legge Delrio, riordino ProvinceLa Toscana tutela i 4500 lavoratori

L'accordo tra Regione, Upi, Anci e sindacati mette al sicuro il lavoro dei dipendenti degli enti provinciali in vista della loro abolizione. L'intesa è la prima del genere in Italia

/ Redazione
Mer 9 Luglio, 2014
arezzo

Nessun dipendente delle dieci Province toscane sarà licenziato. Questo l'accordo firmato ieri a Palazzo Strozzi Sacrati, a Firenze, tra Regione, Upi, Anci e sindacati in vista dell'abolizione degli enti provinciali. E' il primo del genere in Italia.

In attesa dei regolamenti attuativi della Legge Delrio che fa un riordino complessivo degli enti istituzionali, la Toscana assicura dunque una continuità professionale ai 4500 lavoratori sparsi in tutta la regione. Sarà salva anche l'anzianità di servizio, nel caso di trasferimento ad altro ente. In qualche caso potrà essere previsto un percorso di riqualificazione. Nessuno comunque arretrerà rispetto al contratto e alle mansioni che ha adesso.

L'impegno è poi di dare vita ad un tavolo permanente di confronto e monitoraggio sul personale interessato al riordino, garanzie per la continuità del lavoro e dell'inquadramento giuridico e contrattuale dei dipendenti, il monitoraggio delle attività degli enti.

"Nel momento in cui si deve metter mano alla riorganizzazione dei livelli istituzionali - sottolinea l'assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli - la nostra prima preoccupazione è stata quella di pensare alla tutela dei lavoratori e alla certezza di mantenere il loro posto di lavoro".

"Questo protocollo – aggiunge l'assessore – intende tutelare il lavoro di chi lavora nelle Province, prima ancora che abbia preso avvio il riordino delle funzioni. In questi mesi ci siamo incontrati più volte con i rappresentanti di lavoratori che sono preoccupati della situazione, e con la firma di oggi intanto ci impegniamo, ognuno per propria parte, alla tutela del lavoro di queste persone e a tenerci tutti informati e a monitorare di volta in volta le ripercussioni che il riordino comporterà sui lavoratori. Essere i primi in Italia a farlo - ha chiuso Bugli - ci fa ben sperare di essere sulla strada giusta".