Made in Toscana/ARTICOLO

L'economia toscana a due velocità Bene l'export, no il mercato interno

Questo il quadro che emerge dagli ultimi tre report di Unioncamere Toscana relativo ad un campione di 110mila imprese artigiane e 88mila dei servizi ed export

/ Redazione
Ven 26 Settembre, 2014
export

L'economia regionale continua a viaggiare a due velocità. Accade da quattro anni. Il treno delle esportazioni corre veloce. C'è un gruppo di imprese agganciate alla crescita della domanda internazionale e il motore dell'export tira così tanto (+7,1%) che la Toscana lascia indietro tutte le altre regioni italiane.

Rimane però la debolezza del mercato interno. Molte aziende che non riescono a trovare una vocazione internazionale faticano a sopravvivere. Questo il quadro che emerge dagli ultimi tre report curati dall'Ufficio Studi di Unioncamere Toscana relativi ad un campione di 110mila imprese artigiane e 88mila imprese dei servizi export. Tutte aziende piccole o piccolissime, operanti sui mercati “di prossimità”.

LUCI E OMBRE - La Toscana registra tra aprile e giugno il miglior livello di esportazioni tra le principali regioni esportatrici italiane. Dietro di lei rimangono a grande distanza il Veneto (+3,6%); l'Emilia Romagna (+3,3%); il Piemonte (+3,0%); la Lombardia (-0,1%). La crescita è legata ad un’accelerazione dei paesi extra-europei (+9,1%), ma vanno bene anche i paesi dell’Area Euro (+6,1%).

La Toscana registra la migliore performance grazie ai comparti dei macchinari (+33,6%), nautica (+26,6%) e sistema moda (+9,0%). Ma le esportazioni non sono sufficienti a risollevare le sorti dell'economia dal momento che costituiscono circa il 20% della domanda complessiva che incide solo per il 30% del pil regionale.

LE PROSPETTIVE – La prospettiva per l'anno in corso rimane grigia. Anche se si registra qualche miglioramento. Nei servizi le imprese che chiuderanno il 2014 con una crescita del fatturato sono il 19%, l'anno precedente erano solo il 5 per cento. Anche l’artigianato manda qualche segnale di ripresa. Qui la crescita del fatturato sale al 10% delle imprese quando erano l’8% nel 2013 e il 5% due anni fa. Resta tuttavia ancora prevalente la quota di imprese che accusano un nuovo arretramento del proprio volume d’affari: 25% nei servizi, 34% nell’artigianato.

IL COMMENTO DI MORANDI – Il vicepresidente di Unioncamere Stefano Morandi suggerisce un'idea di rilancio: “E’ chiaro che tutte le imprese, quelle che si devono confrontare con i mercati esteri come quelle più piccole ma ben radicate sul territorio, devono avere la possibilità di competere almeno ad armi pari sul fronte dei costi dei servizi necessari alla produzione, ed è per questo che è prioritario far ripartire un trend positivo di investimenti pubblici e privati, puntando su priorità chiare come efficienza e riqualificazione energetica, banda larga, insieme a servizi che – chiude Morandi - facilitino l’accesso al credito ed alla realizzazione delle riforme che veramente servono alle imprese, dalla semplificazione burocratica alla giustizia civile”.