Dal 19 marzo al 24 luglio 2016 Palazzo Strozzi ospita una grande mostra che porta a Firenze oltre 100 capolavori dell’arte europea e americana tra gli anni venti e gli anni sessanta del Novecento, in un percorso che ricostruisce la nascita delle neoavanguardie del secondo dopoguerra in un fitto e costante dialogo tra artisti europei e americani tra le due sponde dell’Oceano. La mostra “Da Kandinsky a Pollock la grande dei Guggenheim” nata dalla collaborazione con la Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York ospiterà opere fondamentali di maestri europei dell’arte moderna come Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray, Pablo Picasso e dei cosiddetti informali europei come Alberto Burri, Emilio Vedova, Jean Dubuffet, Lucio Fontana, insieme a grandi dipinti e sculture di alcune delle maggiori personalità dell’arte americana degli anni cinquanta e sessanta come Jackson Pollock, Mark Rothko, Willem de Kooning, Alexander Calder, Roy Lichtenstein, Cy Twombly.
Andy Warhol sbarca per la prima volta alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Il maestro della pop art è infatti il soggetto di "Andy Warhol fotografato da Aurelio Amendola. New York 1977 e 1986". La mostra aperta dal 4 marzo al 10 aprile nella Sala del Camino al Piano Nobile degli Uffizi raccoglie dieci immagini frutto dell'incontro tra il fotografo pistoiese e l'artista statunitense. Le fotografie furono scattate durante due visite di Amendola alla Factory a New York, la prima nel 1977 e l'ultima nel 1986, pochi mesi prima della scomparsa di Warhol.
Arriva a San Gimignano, dal 4 marzo al 10 luglio alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Raffaele De Grada, la mostra “Robert Capa in Italia” dedicata al grande fotoreporter di guerra che racconta, con 78 immagini in bianco e nero, gli anni della seconda guerra mondiale in Italia. La mostra raccoglie le fotografie scattate in Italia nel biennio 43-44 e racconta, a settanta anni di distanza, lo sbarco degli Alleati in Italia. Considerato da alcuni il padre del fotogiornalismo, Robert Capa pur non essendo un soldato visse la maggior parte della sua vita sui campi di battaglia, vicino alla scena, spesso al dolore, a documentare i fatti. Prima di morire dichiarò: “se le tue fotografie non sono all’altezza, non eri abbastanza vicino”.
Dal 19 marzo al 31 luglio 2016 il MAEC di Cortona ospiterà una grande mostra che dopo oltre trent’anni di ricerche affronta il tema della scrittura etrusca un idioma che resta ancora oggi per lo più sconosciuto e attorno al quale si allarga un alone di mistero, una lingua che, anche agli orecchi dei contemporanei, pareva incomprensibile e arcaica. Nella mostra “Gli Etruschi maestri di scrittura, società e cultura nell’Italia Antica” saranno esposte alcune delle più importanti testimonianze dell’epigrafia etrusca dalla Mummia di Zagabria alle lamine di Pyrgi, e più in generale della pratica della scrittura nel Mediterraneo antico. Molte le novità tra cui le scoperte fatte nel sito archeologico di Lattes a Montpellier e il ritrovamento a Cortona del terzo testo etrusco più lungo al mondo, la Tabula cortonensis.
Il Museo Marino Marini fino al 23 aprile ospita i “Fantastici 100” di Maurizio Nannucci uno dei protagonisti dell’arte italiana degli ultimi decenni. In “Top Hundred” sono raccolte cento opere tra libri, dischi d’artista, video, riviste, documenti ed ephemera di cento protagonisti della scena internazionale dell’arte dagli anni Sessanta ad oggi, provenienti dalla collezione di Zona Archives iniziata da Nannucci nel 1967. “Top Hundred” è un progetto in divenire, un archivio aperto e allo stesso tempo un percorso attraverso l’arte degli ultimi cinquant’anni, da cui emerge la ricchezza e la forza innovativa dei molteplici linguaggi che l’hanno caratterizzata.
Al Lu.C.C.A. Lucca Center Of Contemporary Art dal 19 marzo al 19 giugno 2016 in mostra “La tela violata. Fontana, Castellani, Bonalumi, Burri, Scheggi, Simeti, Amadio e l’indagine fisica della terza dimensione”. L’esposizione riunisce quegli artisti che hanno avuto il coraggio di violare la tela per riscrivere la storia, costruendo su di essa qualcosa di inatteso e rivoluzionario basato sull’utilizzo reale dello spazio. Tutto ha inizio dai buchi e dai tagli di Lucio Fontana e dai Gobbi di Alberto Burri. Fino ad arrivare tra il dicembre 1959 e il luglio 1960 alle superfici estreflesse e introflesse di Enrico Castellani e all’Achrome di Piero Manzoni che danno vita a Milano alla Galleria Azimut, seguita di lì a poco dalla rivista Azimuth in collaborazione con Agostino Bonalumi autore delle tele imbottite. In quegli stessi anni, anche Paolo Scheggi giunge a esiti artistici analoghi esponendo a Firenze le sue Intersuperfici. Nel 1965, sarà lo stesso Fontana a coinvolgere Turi Simeti nella mostra Zero Avangarde organizzata nel suo studio di Milano, dimostrando che anche l’artista siciliano non era rimasto indifferente alle sollecitazioni dello Spazialismo.
Dal 19 marzo al 30 giugno un vero e proprio tesoro archeologico sarà ospitato a Prato nel Museo di Palazzo Pretorio. La mostra, intitolata “L’ombra degli Etruschi. Simboli di un popolo fra pianura e collina” intende riannodare i fili della storia delle popolazioni etrusche stanziate a Nord del fiume Arno, lungo la direttrice della piana di Firenze-Prato-Pistoia, del Mugello/Val di Sieve e del Montalbano. Saranno esposti oltre trenta preziosi reperti, alcuni mai visti, una produzione di pregio tra cippi, stele e bronzetti per raccontare una storia ricca di suggestioni, che ricostruisce le lontane radici culturali di quest’area della Toscana. In mostra anche le così dette “Pietre fiesolane” 24 monumenti in pietra (cippi e stele) decorati a rilievo, che le famiglie gentilizie ponevano sulle proprie tombe.
[it_gallery]