Se la cittadella francescana della Verna è da sempre uno dei migliori biglietti da visita delle bellezze architettoniche della Toscana, non meno interessanti e ricchi di fascino sono luoghi che la circondano. Gli alberi e la vegetazione che si affacciano sulla rupe calcarea del santuario offrono un itinerario suggestivo, in cui la bellezza della natura si sposa perfettamente con le evidenze storiche della secolare presenza dei francescani. Il percorso può iniziare nel piccolo abitato della Beccia, ai piedi del Santuario, lungo l’antica strada selciata che collegava la Val Tiberina con Firenze. Il borgo in cui sono presenti due alberghi e due ristoranti, può essere raggiunto in auto o in autobus dalla vicina località di Bibbiena. Qui esisteva un Ospizio costruito nel 1612, per ospitare le donne arrivate in pellegrinaggio al Santuario. Da qui si dirama un percorso pedonale denominato Ansilice, che porta direttamente al santuario e che conduce i visitatori davanti alla famosa “Cappella degli Uccelli”, eretta nel 1602 da Fra Lucido Da Corsano nel luogo dove Francesco fu saluto dagli uccelli del bosco, radunatisi su una grande quercia. Proseguendo, all’esterno della basilica, si trova una piccola cappella fatta costruire dalla contessa Caterina dei Tarlati di Pietramala tra il Trecento e il Quattrocento, per proteggere la cella dove San Francesco sostava quando veniva alla Verna. A segnare questo luogo è stata inserita sull’altare la “lapis repromissionis”, ovvero la “pietra delle promesse”, che servì da mensa per il santo. Poco più in là si trova l’antro del Sasso Spicco, un imponente macigno, che secondo quanto riferì un angelo a San Francesco, ebbe origine con il terremoto che seguì alla morte di Gesù. Ritornati sul viale ci si ferma davanti ad una edicola, posta in luogo di un antico faggio sotto il quale sgorgava sempre l’acqua. Questa sorgente era ritenuta miracolosa, in quanto si dice che San Francesco vi immergesse le mani segnate dalle stimmate. Il santuario, oltre alle sue famose opere d’arte, conserva all’interno alcuni ambienti di sicuro interesse storico-naturalistico: passando attraverso una porta a metà del corridoio della Stimmate, si può scendere al letto di San Francesco, o meglio alla fredda grotta in cui il santo secondo un’antica tradizione, era solito riposare e pregare.