Oltre dieci minuti di applausi, domenica 13 maggio, per la regista toscana Alice Rohrwacher, che al Festival di Cannes ha presentato il suo nuovo film, Lazzaro Felice, il primo film italiano in concorso per la Palma d'Oro ad essere presentato sulla Croisette quest'anno.
La giovane regista - sorella della nota attrice Alba Rohrwacher, una delle protagoniste del film - dimostra di sapere, ancora una volta, affascinare il pubblico e la critica del Festival di Cannes, dopo aver presentato nel 2011, alla Quinzaine des Réalisateurs, Corpo Celeste, (un traguardo importante per un'opera prima) e dopo aver vinto, nel 2014 il Grand Prix della Giuria, con il suo Le Meraviglie.
Nel cast del film anche Nicoletta Braschi, preceduta sul tappeto rosso dal marito, Roberto Benigni, che non ha mancato di dare prova della sua vis comica, zompettando come un 'piccolo diavolo', in modo irriverente, a favore della nutrita schiera di fotografi presenti.
Nel film si racconta della Marchesa Alfonsina de Luna, ricca proprietaria terriera che possiede una piantagione di tabacco, nella quale lavorano come mezzadri, ma in condizioni impossibili, quasi in schiavitù, 54 contadini. Tra di essi vive Lazzaro, un ragazzo che nonostante la sua umile vita è buono, in modo incondizionato e rivoluzionario, come avrebbe potuto esserlo San Francesco o il personaggio di una fiaba a lieto fine.
Nel film, ha dichiarato alla stampa Alice Rohrwacher “c'è un senso di religiosità nel senso preistorico del termine, la vicenda di San Francesco è sicuramente uno spunto, come pure un libro per bambini che mi aveva stregato da piccola, di Chiara Frugoni, in cui un lupo non mangia il protagonista perché capisce che è buono, così come accade al mio Lazzaro".
Un senso di religiosità e purezza dei sentimenti che affonda le radici nel cinema di Ermanno Olmi e dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani, quest'ultimo recentemente scomparso, così come il Maestro de l'Albero degli zoccoli, entrambi affettuosamente ricordati dalla regista.
Il film descrive un mondo rurale, che non esiste più, ma che non è lontanissimo da noi: la mezzadria è infatti stata abolita soltanto nel 1982, anche se sembra far parte di un'altra epoca. Lazzaro è un buono che vede il mondo con gli occhi di chi ha ancora fiducia nel prossimo. Il film lancia un messaggio positivo per un'umanità ritrovata, che risorge anche dalle ceneri del mondo degli ultimi, dei dimenticati, degli sfruttati, di ogni epoca e contesto.
Dita incrociate per la vittoria di Lazzaro Felice al festival di Cannes, in attesa dell'uscita per il pubblico del film nelle sale il 31 maggio. Una vittoria da registrare c'è già stata: quella di vedere una regista donna in concorso ad un festival importante, come quello di Cannes, che sabato ha ospitato la protesta di attrici, sceneggiatrici, registe e costumiste, tutte unite per chiedere a viva voce la parità di genere nel mondo del cinema.