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Laurearsi in carcere è possibile La Toscana eccellenza italiana

Rinnovato l'accordo per il "Polo universitario penitenziario". 68 i detenuti che partecipano al progetto

/ Redazione
Sab 12 Aprile, 2014
Carcere

Sono 68 i detenuti (35 iscritti all'Università di Firenze, 10 a Pisa, 23 a Siena) che si possono avvalere del "Polo universitario penitenziario della Toscana", distribuiti nei corsi di laurea di quasi tutte le aree disciplinari. Quella toscana è un'esperienza ormai pluridecennale alle spalle: risale infatti all'ottobre 2000 una prima collaborazione tra il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria (PRAP), Università di Firenze e Regione Toscana - poi estesa alle altre due università - che 10 anni dopo, nel gennaio 2010, si è trasformata in "polo" regionale. Il tutto in base ad alcune premesse: gli articoli della Carta costituzionale sul riconoscimento del diritto all'istruzione e sul fatto che le pene, per le persone in carcere, devono tendere alla rieducazione. 24 i detenuti che, in seguito alle attività del "polo" penitenziario, si sono laureati fino ad oggi presso l'Università di Firenze: 5 in agraria e altrettanti in giurisprudenza, 4 in Scienza della Formazione e 3 in Scienze Politiche, 3 in Lettere e Filosofia, 2 in Medicina e Chirurgia. Gli altri due si sono laureati in Belle Arti e in Farmacia.

Il protocollo d'intesa appena rinnovato è, nel suo genere, l'iniziativa più rilevante in ambito nazionale: sia per estensione che per coinvolgimento delle istituzioni, sia per offerta formativa che per numero di docenti interessati. Il progetto si estende anche ai detenuti in alta sicurezza, di sezioni protette e in esecuzione penale esterna.

La Regione Toscana interviene ogni anno con un finanziamento di 25 mila euro a sostegno del polo. Per la vicepresidente, intervenuta anche come assessore responsabile delle politiche sociali, si tratta del modo giusto e dell'ottica corretta per affrontare il mondo del carcere sulla base del dovere di offrire una nuova opportunità a chi ha sbagliato.

Le sedi ufficiali del polo sono le Case circondariali di Prato e Pisa nonché la Casa di reclusione di Ranza-San Gimignano, ciascuna dedicata alle attività che fanno rispettivamente capo alle università di Firenze, Pisa e Siena. Detenuti iscritti sono, o sono stati, presenti anche in altri istituti della Toscana: Volterra, Sollicciano, Siena, Livorno e OPG Montelupo. Al vertice del polo un Comitato di indirizzo e coordinamento. Nelle diverse sedi le attività sono affidate ai delegati dei tre rettori. L'ateneo fiorentino gestisce la segreteria regionale del polo, finanziata dalla Regione Toscana, costituita da operatori del Servizio civile regionale e integrata con l'associazione del volontariato penitenziario (presso cui operano, come tutor senior, anche docenti universitari in pensione).

Dopo la cerimonia di avvio del nuovo anno accademico è stata anche inaugurata, all'interno della Casa circondariale di Prato, la nuova sezione universitaria: 17 posti – ha detto il direttore – ottenuti grazie alla manodopera dei detenuti (alcuni fra i quali, qualche tempo fa, muniti di pennelli e secchi di vernice, imbiancarono tutte le aule della scuola elementare di Montale, un comune pistoiese che confina con il territorio pratese su cui opera il carcere).