Cultura/ARTICOLO

L'attrice Guya Canino fa rivivere Marilyn Monroe a teatro

Abbiamo incontrato Guya Canino protagonista dello spettacolo  'Marilyn...Gli ultimi tre giorni': il suo amore per il teatro, i sogni dei suoi 25 anni e l'emozione di aver interpretato un mito

/ Salvatore Bruno
Ven 26 Maggio, 2017
Guya Canino

È finita la prima dello spettacolo "Marilyn...Gli ultimi tre giorni", realizzato dalla compagnia fiorentina “Acqua in bocca”, il pubblico applaude ancora e l'entusiasmo del cast è alle stelle. Ci avviciniamo alla protagonista Guya Canino, che interpreta Marilyn Monroe, è stanca ma felice. Ha superato, forse, la sua prova più difficile. Cominciamo una chiacchierata con Guya ancora vestita in un tubino rosa e con la parrucca biondo platino...

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Quando sei salita per la prima volta su un palco?
Eh la prima volta su un palco… diciamo che non ne ho ricordanza perchè essendo nata prima come ballerina, poi cantante e infine attrice… diciamo che ho iniziato le prime apparizioni a 3 - 4 anni.

Qual è il tuo primo ricordo su un palco?
La prima “esibizione” che mi ricordo, e che spesso ritorna nei racconti di mamma e babbo, è quando feci la valletta per “Mister Italia”, avevo una cartellina in mano e facevo finta di leggere...

Cantante, ballerina ma soprattutto attrice. In questi giorni hai debuttatto, con la Compagnia Acqua in bocca, nello spettacolo  "Marilyn...Gli ultimi tre giorni" di Elisabetta Villaggio per la regia di Gianluca Truppa. Quando è iniziata la collaborazione con questa compagnia?
È una collaborazione che risale agli albori della compagnia. Parlando con Gianluca, insieme a mia mamma e alla sua compagna, pensammo “ma perchè non cominciamo a fare degli spettacoli nostri e mettiamo su una compagnia?”, ecco da lì a farlo è passato davvero poco tempo. Correva l’anno 2010 e oggi sono passati 7 anni.

E quando Gianluca Truppa ti ha proposto di interpretare Marilyn Monroe?
Quando me l'ha proposto ovviamente ero entusiasta. La prima risposta è stata “sì, tutta la vita”. Poi ovviamente ho realizzato e ho detto “Oh cavolo, adesso devo fare veramente Marilyn”.

Qual è stata la principale difficoltà nell’entrare nel personaggio di Marilyn Monroe?
Personalmente credo che Marilyn sia un personaggio abbastanza complesso nella sua psiche e in generale. Però la cosa più difficile per me è stata riprodurre un suo “scatto sclerotico” perchè effettivamente non abbiamo nè documenti nè interviste dalle quali emergono atteggiamenti di questo tipo. Crearlo ex novo, attraverso ipotesi che io e Gianluca abbiamo fatto, è stato complicato.

Cosa ti è piaciuto interpretare di Marilyn?
Marilyn la sento molto mia, soprattutto nei suoi cambi d’umore anche perchè io sono molto lunatica (e sorride). E poi nella sua sensualità, è una caratteristica che amo e mi ci rivedo abbastanza.

Dallo spettacolo emerge anche una donna estremamente fragile e a un certo punto consapevole di essere “oggetto degli uomini” oltre la propria volontà. Questo l’hai vissuto anche te interpretando il testo della Villaggio?
Sì nel riprodurre il tutto questo è stato l’aspetto più difficile. Soprattutto negli abusi e quando lei racconta di esser stata violentata da bambina. Sono cose molto dure da far rivivere e reinterpretare. Ho cercato di farlo emergere ma vi assicuro che quel dolore è stato tosto e davvero difficile. Dopo queste scene arrivo provata alla fine.

C’è nello spettacolo “la necessità di un grido” che forse non è emerso nella vita reale ma nella rappresentazione è tangibile…
È  così. Marilyn Monroe è una donna amata da tutti ma realmente mai amata da nessuno. La sua voglia di amare non è mai ricambiata fino in fondo. E ciò ha caratterizzato il suo personaggio.

Marilyn Monroe è il personaggio che ti ha segnato di più o ce ne sono altri?
È il personaggio che mi ha segnato di più come mole di lavoro e prove. Per l’importanza e per lo spessore, è quello che mi porterò nel bagaglio della vita per sempre.

Cos’è per te il teatro?
Prima di tutto penso che avvicinarsi al teatro sia un’ottima medicina che consiglio a tutti. Tutti quelli che hanno un minimo d’interesse, curiosità di provare lo devono fare. Ribadisco è una medicina per il corpo e per la mente che aiuta tanto a tirare fuori le emozioni e anche a dire semplicemente dire “Ok mi butto”, è una cosa che prima o poi nella vita va fatta.

Guya tu hai 25 anni, sei giovanissima. A una tua coetanea, che si vuole avvicinare al teatro, quali sono i consigli che daresti?
A una mia coetanea consiglierei sempre e comunque tanta umiltà, tanta voglia di apprendere e tanta voglia di mettersi a disposizione del regista. Cercare di essere spugne, apprendere il più possibile e di metterci tanto impegno perché il teatro è tanto di noi stessi e bisogna buttarsi a capofitto.

Lasciamo Guya all’abbraccio dei suoi amici e del pubblico del teatro del Borgo di Firenze dopo la prima di questo spettacolo difficile ed intenso. Messo su da una compagnia amatoriale con tanto cuore, anima e sacrificio perché avviene così tra chi ama il teatro e lo fa con pochi soldi e molta passione. Un teatro che regala giovani e splendenti “diamanti” come Guya Canino alla quale facciamo un grande in bocca al lupo per il futuro e … alla prossima!

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